Rubrica "Appunti & Disappunti" di Maurizio Zuzzaro
Come finirà ?
L'ultima Chance del debito pubblico - Jacques Attali
Rubrica "Appunti & Disappunti" di Maurizio Zuzzaro
Come finirà ?
L'ultima Chance del debito pubblico - Jacques Attali
Si tratta di un libro drammaticamente attuale che non si limita solo a descrivere lo scenario di oggi, ma ripercorre la storia del debito a partire dalle moratorie dell’ impero degli Asburgo nel XVI secolo passando attraverso le teorie di John Law secondo cui era preferibile emettere cartamoneta invece delle monete metalliche. Pochi sanno ad esempio, che ben prima che Keynes si esprimesse apertamente sull’utilizzo del debito pubblico per finanziare la crescita, l’idea era stata già messa in pratica da altri; Mussolini, poi da Stalin, da Hitler ed infine Roosevelt
Interessanti i pensieri in merito alla creazione di strumenti di prestito europeo : i buoni europei . Questi buoni europei rappresenteranno la totalità o una parte delle emissioni annuali di ciascun Tesoro nazionale. Questo genere di meccanismo rassicurerà immediatamente i mercati e metterà fine all’attuale crisi di liquidità che colpisce alcuni Stati dell’ Eurogruppo.
Al ritmo attuale, il debito sovrano dei principali paesi occidentali supererà ben presto la ricchezza che producono , senza una fase di forte crescita né di inflazione, contrariamente a quanto è avvenuto ogni volta che il debito è esploso. Anche senza un aumento dei tassi, gli interessi pagati da parte dei paesi ricchi non faranno che raddoppiare nel periodo fra il 2007 e il 2014. Ogni cittadino di questi paesi dovrà finanziare, oltre ai suoi prestiti personali, una parte del debito pubblico uguale a un anno del suo reddito.
Le banche occidentali non possono più prestare, dato che cercano a tutti i costi di ridurre il loro debito; e i sovrani non possono più agire, nell’impossibilità di aumentare il loro. Strana situazione, dove i ricchi vivono alle spalle dei poveri, dove i cinesi che guadagnano meno di mille euro al mese dedicano la metà dei loro redditi a finanziare gli stipendi di funzionari, soldati e ricercatori americani che guadagnano più di dieci volte il loro salario. Si ripete sempre lo stesso schema: quando emerge una nuova potenza dominante, questa fa dei prestiti ai sovrani dominanti prima di sostituirli.
Come andrà a finire ?
Il fallimento non è tuttavia un’idea nuova: è da tempo la soluzione più frequente in materia di indebitamento eccessivo. Fra il 1800 e il 2009 ci sono state 250 insolvenze sul debito estero e 69 su quello pubblico. Solo il Canada, la Danimarca, la Finlandia, la Norvegia, la Corea del Sud, Hong Kong, Singapore, Taiwan, l’Australia e la Nuova Zelanda sono riusciti finora a evitare la bancarotta.
La Spagna detiene il record mondiale del numero di fallimenti su debito sovrano: tredici volte tra il 1500 e il 1900
Nel 2007, la globalizzazione, che mette tutti i governanti in relazione gli uni con gli altri senza alcun controllo, in mancanza di uno stato di diritto planetario, fa convergere in una dinamica esplosiva i vari meccanismi di tutte le precedenti crisi del debito sovrano. Questa dinamica si traduce come ogni volta, in un’esplosione delle bolle degli attivi, nel crollo del sistema bancario, in una presa di coscienza di un indebitamento eccessivo dell’economia, nel trasferimento dei debiti privati delle banche sui bilanci degli stati e nella minaccia di vedere questi ultimi fallire.
Le dodici lezioni che possiamo apprendere dalla storia del debito sovrano
E’ un debito delle generazioni attuali verso le successive, che finiscono sempre per pagare in un modo o nell’altro.
Si può rivelare utile alla crescita, è giustificato se l’investimento aumenta il valore degli attivi collettivi per le generazioni che dovranno rimborsarlo.
Spinge chi governa a favorire la creazione di strumenti finanziari utilizzati in seguito dai mercati contro di lui come i Credit Default Swap (CDS) creati per assicurare il debito
I deficit pubblici interni ed esterni sono strettamente legati. Esiste un equilibrio tra il risparmio interno e quello estero: saldo estero e saldo interno sono le due facce della stessa medaglia.
Il debito sovrano è condannato ad aumentare se lo Stato non compensa la tendenza naturale delle spese ad aumentare più rapidamente delle entrate. E’ molto facile creare o aumentare una spesa pubblica, in compenso è difficile combattere i vantaggi acquisiti.
Il debito è tanto più sostenibile quanto più è finanziato dal risparmio interno.
I debitori assoggettano i creditori tanto quanto questi credono di tenere in pugno gli altri. I sovrani possono decidere, per parte loro, che altre spese sono più importanti del pagamento del loro debito. L’immunità sovrana protegge lo Stato debitore dal sequestro dei suoi maggiori attivi.
Quando viene annunciata come imminente una crisi del debito pubblico, generalmente chi governa pensa che la sua situazione sia transitoria e che ne uscirà facilmente
L’avvio di una crisi del debito sovrano dipende più dalla perdita di fiducia soggettiva dei mercati che dal superamento di indici standardizzati.
Il riassorbimento del debito sovrano passa attraverso otto strategie fra le quali, quasi sempre, l’inflazione.
Quasi tutti i paesi fortemente indebitati finiscono per essere inadempienti.
Ogni governo responsabile deve evitare di finanziare il funzionamento dello Stato con il prestito e deve limitare gli investimenti alla sua capacità di rimborso.
Conclusioni
Prestare è esistere attraverso l’altro; è far si che il proprio debitore abbia successo per giustificare il prestito. Indebitarsi è morire di paura: paura di affrontare le sfide del presente e scegliere di trasferirle sugli altri; è anche un modo di considerarsi invulnerabile, di pensare che qualsiasi problema finirà per trovare una soluzione. Ma indebitarsi talvolta, vuol dire anche avere coraggio e credere nel futuro, desiderare una vita intensa, audace,rischiosa, fuggendo il debito cattivo per elaborare buoni progetti. In questo caso Prendere in prestito diventa un modo per costringersi a risparmiare e a offrire il meglio alle generazioni future. Il primo debito dell’uomo è quello della vita. Dio o qualsiasi altra forza ci “presta” la vita: noi da un lato veneriamo e dall’altro detestiamo questo creatore (che si tratti di un uomo o di qualsiasi altra cosa compreso il caso; perche lui o lei ci ricorda attraverso la sua esistenza, i nostri limiti, i nostri errori e doveri nei suoi confronti.
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