Oltre l'80% dei nuovi trader viene espulso dal mercato già nel primo mese di operatività e si giunge fino al 99% se consideriamo il primo trimestre. Buona parte del restante 1% appartiene probabilmente a quella fortunata categoria che può permettersi di integrare le perdite di borsa grazie ad entrate di altro tipo.
Nonostante lo scenario disegnato dalle varie agenzie di statistica in tutto il mondo sia desolante le operazioni di marketing delle varie Sim e Banche che "vendono" possibilità di compravendita in Borsa hanno ormai raggiunto la massa critica sancendo il nuovo business degli anni 2.000: Il Trading Online!
Le perdite in Borsa sono più "nobili" delle perdite alle "macchinette mangiasoldi" di cui sono ormai pieni i bar italiani e molto più "professionali" delle perdite subite dai giocatori d'azzardo nei pochi Casinò presenti sulla penisola, e soprattutto lo puoi fare da casa. Vivo nel sud della Spagna e vi garantisco che la situazione è identica: anche qui la gente per strada parla di Terra Network, dice che a questi prezzi è un affare, la compra e quindi perde molti soldi in Borsa.
Fino a pochi mesi addietro la mia passione erano i PC Portatili, possedevo nel nord Italia un negozio specializzato nella vendita di soli PC Portatili e posso testimoniare la crescita esponenziale di interesse verso il Trading Online tanto che a fine 1.999 l'80% dei miei clienti dichiarava che acquistava il PC per comprare e vendere azioni, e lo comprava Portatile col segreto sogno di poterlo fare all'ombra di una tropicale palma che lo proteggesse dall' "insopportabile" sole delle spiagge caraibiche o perchè no dalla casetta di montagna durante una delle tante settimane bianche che il nuovo Trader si sarebbe apprestato a consumare grazie ai lauti guadagni di Borsa.
Accessorio d'obbligo era il Nokia Card Phone, un vero telefonino GSM su scheda PCMCIA da inserire all'interno del Pc Portatile che avrebbe permesso al Trader di navigare in Internet e quindi operare in Borsa in ogni dove, anche oltre le 12 Miglia dato che la Barca sarebbe stato lo scontato prossimo Step. A volte mi chiedevo che fine avessero poi fatto ma oggi ho la certezza che essendo passati più di 3 mesi dall'ultimo PC venduto il 99% di loro è stato espulso dal mercato ergo hanno finito i soldi.
Significa questo che non si può vivere di Borsa? Non è ancora detto. Rimane quell'uno percento di Trader che rappresenta pur sempre una bella fetta di umanità. A tutt'oggi appartengo io stesso a questa minoranza, sottolineo a tutt'oggi non solo perchè del domani non v'è certezza ma anche e soprattutto perchè non sarò in grado di reggere le tensioni di Borsa per molto tempo ancora sebbene abbia "solo" 36 anni. E qui giungiamo alla chiave di lettura della domanda: Si può vivere di Borsa? Se il lavoro di Borsa consistesse solo nell'applicare con freddura un Trading System vincente sarebbe sufficiente comprare sopra e vendere sotto la mm. Funziona sempre.
Ma allora perchè nessuno dei Trader che io conosco lo fa? Perchè ognuno di noi è alla continua ricerca del "segreto di Gann"? Probabilmente perchè passare ogni giorno dalla Borsa e riscuotere con facilità quanto ci spetta senza però aver costruito nulla non gratifica. E' la quintessenza della nostra esistenza. Il mio primo lavoro consisteva nel costruire mantovane, impiegavo circa 30 minuti per costruirne una e la cosa mi gratificava. Che avevo fatto di così importante? Avevo costruito una mantovana. Qualcuno l'avrebbe comprata e ci avrebbe appeso delle tende. Ero parte integrante del meccanismo. Quando presi la patente feci per qualche tempo il guardiano notturno in un'autorimessa. I clienti abbandonavano la vettura sul ciglio dell'enorme portone elettrico e poi ci pensavo io. Parcheggiavo io.
Ero importante, senza di me in quell'autorimessa non ci sarebbero state più di 10 vetture, io le parcheggiavo bene, in ordine di uscita e ce ne stavano 200. Ero di nuovo parte integrante del meccanismo. Feci poi il Pony Express e vale lo stesso discorso, poi il portalettere ed ero sempre più importante fino a quando avviai una piccola azienda tutta mia ed ero all'apice della soddisfazione professionale. Attorno a ciò che avevo creato ruotavano concessionarie di pubblicità, piccole emittenti televisive, qualche dipendente, il commercialista, il consulente del lavoro, le banche e io elaboravo le mie strategie di marketing. Ero più che mai parte integrante del tessuto sociale fino a quando la passione per la borsa prese il sopravvento.
In quel preciso momento decisi che sarei vissuto di Borsa e lo avrei fatto come piaceva a me. Detto fatto: nel giro di un anno mi ritrovo a vivere su un'incantevole isola vicino ai tropici, lavoro dal mio studio vista mare col mio inseparabile notebook che è il più bello che c'è illudendomi di aver raggiunto il karma. E invece no. Oggi ho già fatto il 10%, ma il 10% di che?
Quante mantovane ha costruito oggi un Trader? Quante automobili ha parcheggiato? Quante lettere ha consegnato? Quanti pneumatici gli son passati dalle mani nella catena di montaggio della Pirelli che oggi fa il 3% in Borsa? In altri termini: dove si posiziona un Trader nella società? Da nessuna parte. Non esiste. Quando la gente mi chiede che lavoro faccio non so che rispondere. Non esisto. Ecco perchè alla domanda "Si può vivere di Borsa?" rispondo NO e ricordo con malinconia i tempi in cui ero utile alla società. Non per nulla il più grande uomo che sia mai esistito ebbe a dire: Non si vive di solo pane" e ancora: "Felice chi si rende conto del proprio bisogno spirituale" - Matteo 4:4, 5:3 -
Francesco Catalano
Successivo: Perchè con i covered warrants si perde denaro
Sommario: Indice