Perché i trader che guadagnano costantemente sono così pochi rispetto ai numerosissimi trader che, invece, sperimentano diversi gradi di frustrazione sino ad arrivare all'esasperazione estrema dell'abbandono?
Perché nonostante il loro forte desiderio e magari approfondite conoscenze di analisi tecnica e/o fondamentale non guadagnano con continuità, anzi spesso si ritrovano con il bilancio fortemente in perdita?
A queste due domande cercherò di dare una risposta. Quando compariamo le caratteristiche dei pochissimi trader vincenti a quelle degli altri numerosissimi trader troviamo delle differenze notevolissime. E allora cerchiamo di capire che cosa contraddistingue questi due gruppi di trader: i "vincenti" dai "perdenti".
Hanno accesso ai migliori sistemi di trading?
Lavorano più intensamente?
Sono più intelligenti della media?
Sono degli ottimi analisti?
Sopportano meglio lo stress?
È dimostrato che molti dei migliori analisti di mercato sono pessimi trader, e tra le menti più brillanti della società (avvocati, medici, imprenditori, scienziati e professionisti affermatissimi nei loro ambiti lavorativi) possiamo annoverare i peggiori fallimenti nel trading. Quindi se il Q.I. e la corretta capacità di analisi non fanno la differenza, verso quale area dobbiamo indirizzare le nostre ricerche?
Verso l'atteggiamento mentale che i trader di successo hanno sviluppato. L'importante caratteristica che distingue i top trader da tutti gli altri investitori professionisti e non (non è detto che gli investitori professionisti guadagnino costantemente: buona parte dei gestori di fondi comuni di investimento e Sgr, non batte i benchmark di riferimento nonostante spesso abbia un know how accademico e professionale di alto profilo) è questa: i top trader hanno raggiunto una forma mentis, un atteggiamento mentale che permette loro di rimanere disciplinati, concentrati e fiduciosi anche in condizioni di mercato a loro
avverse. Conseguentemente, non sono più soggetti alle paure comuni e agli errori che affliggono la maggior parte dei trader.
Ma come si arriva a metabolizzare un simile atteggiamento mentale?
Tranne delle rare eccezioni, quando si è avviati alla carriera sotto la guida di qualcuno che sapeva farlo e insegnarlo. Un esempio in tal senso lo abbiamo in questo testo: Achille Capecce ha dato i natali - professionalmente parlando - a un suo amico, divenuto a sua volta Top Trader: Angelo Ciavarella.
La chiave di volta è spesso data dal vivere momenti di stress emotivo e finanziario. Il disastro finanziario ed emotivo è così diffuso tra i trader semplicemente perché molte delle prospettive, dei principi e degli atteggiamenti che avrebbero un senso perfetto nelle nostre vite quotidiane, hanno un effetto deleterio se non addirittura opposto nell'ambito del processo decisionale del trading.
Tutti sappiamo che non esiste un'operazione speculativa sicura: si investe ragionando in termini di probabilità e non di certezza. La possibilità di perdere soldi è sempre presente, ma i trader si rendono realmente conto di correre un rischio quando trasmettono un ordine? E hanno accettato coscientemente le conseguenze della mancanza di certezza, ossia della probabilità di esito negativo dell'operazione?
La risposta è senza ombra di dubbio negativa. C'è una differenza abissale tra il presumere di correre un rischio e accettare coscientemente di correre un rischio in ogni operazione messa in atto. Il provare disagio emotivo quando si pensa di chiudere una operazione in perdita è il miglior segnale che questa presa di coscienza non è avvenuta. I migliori trader hanno una soglia di disagio emotivo molto contenuta, quasi inesistente, e possono uscire in
qualunque momento in perdita da una o più operazioni senza che questo crei loro problemi di indisciplina operativa nel loro metodo e senza che perdano la concentrazione o il senso di sicurezza e di fiducia in se stessi. L'eliminazione o la forte riduzione del disagio emotivo è il vero segreto del successo nel trading.
Stefano Calamita
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