Le considerazioni sul trading fatte da Jesse Livermore e trascritte da Edwin Lefèvre sono un misto di tecnica, psicologia ed esperienza. Dato che il libro è scritto con lo stile del romanzo autobiografico, non è sempre facile separare questi tre elementi. La speculazione ai primi del novecento era certamente molto diversa da quella attuale e tuttavia molte delle osservazioni fatte dall'autore mantengono una sorprendente freschezza e molti dei concetti illustrati sono stati successivamente inglobati nei programmi e nelle metodologie di trading utilizzate ancora oggi.
Il trading di Livermore era basato su alcune idee fondamentali abbastanza semplici. La prima era quella di osservare ed analizzare attentamente le condizioni di mercato (il trend) e poi tener fede alla propria impostazione controllando la talvolta irrefrenabile tendenza del trader a comprare e vendere.
"Penso di avere veramente fatto un grande passo in avanti quando sono riuscito a capire che quando il vecchio Mr. Partridge diceva agli altri clienti, "Beh, sapete, il mercato è rialzista (bullish)!" ció che voleva dire era che i grandi guadagni erano non nelle fluttuazioni individuali, ma nei grandi movimenti, nei trends. E lasciatemi dire adesso una cosa: dopo aver passato molti anni a Wall Street e dopo aver guadgnato e perso milioni di dollari vi voglio dire questo: non sono mai state le mie idee che mi hanno reso molto. E' sempre stato il mio star seduto. Capito? Star seduto fermo! Non è difficile capire il mercato. Si trovano sempre un mucchio di rialzisti all'inizio di un ciclo di rialzo ed un mucchio di ribassisti all'inizio di un ciclo di ribasso. Ho conosciuto molti che riuscivano ad iniziare a comprare ed a vendere nel momento a loro piú favorevole. E la loro esperienza invariabilmente assomigliava alla mia: non diventavano mai veramente ricchi. Persone che riescono a vedere giusto e a star seduti fermi non sono comuni. Per me è stata una delle cose piú difficili da imparare. Ma è solo dopo cha la si capisce che cominci veramente a guadagnare. [...] La ragione è che una persona puó anche vedere giusto e chiaro e peró diventare impaziente o dubbioso quando il mercato lo fa attendere. [...] Non è che il mercato li batte. Si battono da soli, perchè nonostante abbiano cervello, non sono capaci di star seduti fermi."
"L'insistenza del vecchio Partridge sulla vitale importanza di essere sempre lunghi in un mercato rialzista mi fece senza dubbio riflettere sull'importanza fondamentale di determinare anzitutto il tipo di mercato in cui ci si trova. Cominciai a capire che i soldi si trovano necessariamente nei grandi movimenti di prezzo."
Se non è possibile identificare un orientamento di fondo del mercato, è spesso meglio attendere:
"Quando i prezzi non stanno andando da nessuna parte, ma semplicemente muovendosi in un intervallo limitato, non ha senso cercare di prevedere se il prossimo rilevante movimento sarà al rialzo o al ribasso. Ció che occorre fare è seguire il mercato, cercare di determinare l'ampiezza dell'intervallo, e semplicemente non fare nulla fino a che tale intervallo non viene rotto in un senso o nell'altro."
altrimenti il rischio è quello di incorrere nel fin troppo comune "iper-attivismo" che difficilmente ha effetti benefici sul proprio portafoglio:
"C'è un momento per tutte le cose, ma non lo sapevo. E questo è precisamente ció che molti speculatori, pur non essendo degli ingenui, non capiscono. C'è lo sciocco di tipo comune che fa la cosa sbagliata tutte le volte ed in ogni posto, ma c'è anche il trader sciocco, che pensa che deve sempre comprare o vendere in ogni momento. Nessuno puó sempre avere ragioni adeguate per giustificare l'acquisto e la vendita giornaliera di azioni - o avere una conoscenza sufficiente per rendere sempre intelligente il suo trading."
Per leggere correttamente le condizioni di mercato, un aiuto fondamentale viene dall'esperienza, infatti:
"Un'altra lezione che ho imparato è che non c'è nulla di nuovo in borsa. Non ci puó essere perchè la speculazione è vecchia come le colline. Ció che accade sul mercato oggi è accaduto prima ed accadrà ancora."
Naturalmente, l'esperienza di per sè non basta,
"Seguire l'esperienza puó farti sbagliare di tanto in tanto. Ma a non seguirla saresti veramente un asino."
Non c'è purtroppo una ricetta precisa ed anche in questo sta uno degli aspetti affascinanti della speculazione: si tratta di una continua sfida intellettuale che si vince con dedizione, intelligenza e nervi saldi.
"Quando si fa questo mestiere non ci si puó permettere il lusso di avere opinioni rigide. Occorre avere una mente aperta e tanta flessibilità. Non è saggio trascurare il messaggio che viene dall'andamento dei prezzi, anche se esso contrasta con la tua opinione del mercato e con la tua valutazione della domanda e dell'offerta."
C'è poi un ulteriore importante elemento da considerare e cioè l'aspetto psicologico, sia quello delle masse (del "pubblico") sia quello relativo a sè stessi.
"Un trader, oltre a studiare le condizioni del mercato, ricordarsi i precedenti e tenere in conto la psicologia degli altri partecipanti al mercato, deve anche conoscere sè stesso e far fronte alle proprie debolezze. Non c'è alcun bisogno di arrabbiarsi perchè si è umani. Sono giunto alla conclusione che è necessario saper interpretare sè stessi, almeno quanto è necessario saper leggere il mercato."
Cosa vuol dire questo?
"I nemici mortali dello speculatore sono: ignoranza, avidità, paura e speranza."
e ancora:
"I principali nemici dello speculatore sono nemici interni. La natura umana è sempre accompagnata da speranza e da paura. Nel trading, quando il mercato si muove contro di te speri che sarà l'ultimo giorno e ti trovi a perdere di piú che non se non avessi creduto a questa speranza: questa speranza che è esattamente l'alleato che ha portato al successo piccoli e grandi imprenditori. E quando il mercato si muove nella tua direzione, hai paura che domani si riprenderà i tuoi profitti, ed esci dalla tua posizione - troppo presto. La paura ti porta a guadagnare meno di quello che potresti. Lo speculatore deve combattere questi due istinti. [...] Invece di sperare, deve temere; invece di temere deve sperare. Deve temere che la sua perdita diventi molto piú grande e deve sperare che il suo profitto diventi molto piú consistente."
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