Volumi di prodotti derivati intermediati
Principali categorie di prodotti derivati: un breve ripasso
Operazioni di acquisto e vendita a termine
Opzioni
Combinazioni
Alcuni esempi
Obiettivo: non ci poniamo qui il problema di come dare un prezzo a questi prodotti, ma piuttosto quello di capire cosa sono, a cosa servono e quali rischi comportano. Si danno per scontate alcune conoscenze di base: se tuttavia qualcosa non è chiaro, domandate!
Acquisti e vendite a termine
Acquisto o vendita a termine (cambi, tassi di interesse, merci, azioni, indici, ecc.). Sono di solito gli strumenti più liquidi e più facili da valutare. Presentano dei rischi quando l’azienda non è certa dell’importo e della data o date a cui effettuare la copertura.
Il prezzo a termine dipende dal rendimento dello strumento sottostante (es. dividendo in caso di un’azione o tasso di interesse estero in caso di valute estere) e dal tasso di interesse dell’euro. Inoltre, il prezzo dipende anche dalla durata dell’operazione. Il prezzo a termine può essere più alto o più basso del prezzo spot.
Gli “swaps” sono solitamente costruiti ipotizzando lo scambio a date future di due beni finanziari e quindi valorizzandone il prezzo a termine. Solitamente gli swaps non prevedono flussi di cassa alla data iniziale perchè sono costruiti in modo che il prezzo a termine del bene acquistato e di quello venduto siano uguali.
Opzioni
Le opzioni: costutiscono il diritto (non l’obbligo) di acquistare o vendere un certo bene ad una certa data futura ad un prezzo prefissato (detto “strike”). L’acquirente dell’opzione paga un “premio”.
Ne esistono tantissimi tipi: l’esercizio del diritto implicito nell’opzione può essere condizionato, limitato, parcellizzato in vari modi. Chiaramente questo impatta il costo dell’opzione. Di solito, le modifiche all’opzione servono a ridurne il costo. Tuttavia, l’acquisto di un’opzione che non costa nulla non può esistere, o meglio, non è da considerarsi come l’acquisto di un’opzione, ma di qualcos’altro.
Le opzioni possono essere vendute. Chi vende l’opzione deve incassare un premio. Chi vende l’opzione dovrebbe anche essere consapevole che il massimo che può guadagnare è rappresentato dal premio stesso.
Combinazioni
L’ampia disponibilità di software finanziari specialistici, la convenienza della banche nella vendita di prodotti poco trasparenti e la relativa “flessibilità” (inadeguatezza?) dei principi contabili in molte aziende, ha favorito il moltiplicarsi di tantissimi tipi di combinazioni di prodotti derivati.
Il vantaggio: una “struttura” di prodotti derivati può permettere all’azienda di sfruttare particolari condizioni di mercato in modo ad essa favorevole, ad esempio, l’esistenza di un margine particolarmente elevato tra il tasso di interesse a 30 anni ed il tasso di interesse a 2 anni.
Lo svantaggio: è molto difficile capire per l’azienda cosa sta facendo (e valorizzarlo). Per tornare all’esempio, quanti direttori finanziari sono sufficientemente competenti per prendersi un rischio sul differenziale tassi tra 30 e 2 anni?
Francesco Ceci
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