Le opzioni sui titoli obbligazionari e sui tassi di interesse permettono, da un lato, di porre un limite massimo alla perdita che un investitore può subire a causa di ampie e indesiderate oscillazioni dei tassi di interesse e, dall'altro lato, di sfruttare in modo speculativo la volatilità dei tassi stessi.
Tra le forme più diffuse di opzioni su obbligazioni, vi sono le opzioni sui titoli di Stato e le opzioni sui futures sui titoli di Stato, le quali concedono al detentore la facoltà di acquistare o vendere un futures su un titolo di Stato, anziché il titolo stesso. In Europa, il mercato organizzato più sviluppato in quest'ambito è rappresentato dal LIFFE (London International Fiancial Futures Exchange), dove esiste un'intensa attività di scambio relativa a opzioni su futures sui titoli di Stato a lungo termine inglesi, tedeschi e italiani.
Esistono alcuni tipi di obbligazioni che possiedono per loro natura un diritto di opzione, quali, per esempio, le obbligazioni convertibili, le obbligazioni con warrant e le obbligazioni callable. Le obbligazioni convertibili forniscono al detentore la facoltà di trasformare, ad una data e a condizioni prefissate, l'obbligazione in azioni della stessa società emittente oppure in azioni di un'altra società. Si tratta di titoli a reddito fisso con acclusa un'opzione call, la quale concede un diritto di acquisto sulle azioni. Esercitando l'opzione, l'investitore passa quindi dallo status di creditore a quello di socio dell'impresa.
Anche il detentore di obbligazioni con warrant possiede un'attività che gli offre la possibilità di diventare azionista di un'impresa tramite l'opzione incorporata nel titolo. Tuttavia, a differenza di quanto non avvenga per le obbligazioni convertibili, in questo caso l'opzione gode di vita autonoma rispetto all'obbligazione e può venire scambiata separatamente da essa, così che l'esercizio del warrant non implica l'estinzione del titolo a reddito fisso originario.
Le obbligazioni callable contengono una serie di opzioni call, le quali permettono all'emittente di esercitare la facoltà di estinguere anticipatamente l'obbligazione stessa ad un prezzo prefissato e ad intervalli di tempo stabiliti. Il possessore del diritto di opzione non è allora l'investitore, ma il soggetto debitore che emette i titoli, il quale troverà conveniente esercitare tale diritto in una fase di ribasso dei tassi.
Uno dei mercati nei quali è più diffuso l'utilizzo di obbligazioni convertibili e callable è quello internazionale delle emissioni eurobbligazionarie. Ed è in tale mercato che trovano numerose applicazioni anche le opzioni sui tassi di interesse, previste dai contratti cap, floor e collar. Il contratto cap esprime un diritto di opzione incorporato in un'obbligazione a tasso variabile, nella quale viene posto un tetto all'ammontare della cedola corrisposta semestralmente o annualmente. La finalità principale dell'acquisto di un contratto cap è rappresentata dalla volontà di porre un limite al costo dell'indebitamento legato all'emissione di passività a tasso variabile quando sussistano aspettative di futuri rialzi dei tassi di interesse.
Si ipotizzi, ad esempio, che un ente emetta un titolo in lire con cedola semestrale remunerata al tasso interbancario di Londra (LIBOR) sull'eurolira a sei mesi. L'importo della cedola varierà quindi ogni sei mesi, a seconda dei movimenti registrati sul mercato da questo tasso di interesse di riferimento. Acquistando un contratto cap, l'emittente può stabilire un valore massimo per il tasso di remunerazione da corrispondere semestralmente sull'obbligazione, detto tasso strike o tasso cap. Ogniqualvolta il valore di mercato del tasso LIBOR sull'eurolira a sei mesi salirà al di sopra del tasso strike, l'emittente eserciterà il diritto di opzione e pagherà al detentore dell'obbligazione una cedola
pari al tasso cap, cioè inferiore a quella di mercato. Per un titolo di durata pluriennale, il contratto cap rappresenta quindi una sorta di portafoglio di opzioni sui tassi di interesse con differenti date di esercizio, corrispondenti alle date di pagamento delle cedole.
In un contratto floor si ha una situazione speculare, nella quale viene stabilito un limite inferiore al tasso di remunerazione da corrispondere su un'obbligazione a tasso variabile, detto tasso strike o tasso floor. Il possessore dell'opzione, in questo caso, è il detentore dell'obbligazione, che esercita il diritto ogniqualvolta il tasso di mercato di riferimento è inferiore al tasso strike prefissato. Tra le motivazioni per l'acquisto di un contratto floor, vi è quella di garantirsi un tasso di remunerazione minimo su un'obbligazione a tasso variabile in un periodo in cui si prevedono tassi di interesse di mercato bassi e decrescenti.
Il contratto collar è una combinazione dei due contratti precedenti. In esso viene stabilito sia un limite inferiore che un limite superiore al tasso di remunerazione di un'obbligazione a tasso variabile. Quest'ultimo può variare soltanto all'interno di un corridoio, la cui ampiezza è determinata dal tasso cap e dal tasso floor prefissati nel contratto. Il diritto di opzione spetta quindi sia all'emittente che al detentore dell'obbligazione a tasso variabile. Il primo lo eserciterà quando il tasso di mercato di riferimento è al di sopra del tasso cap, il secondo quando tale tasso è al di sotto del tasso floor. Questo tipo di strumento derivato si rivela estremamente utile nei mercati internazionali delle eurobbligazioni, nei periodi in cui i tassi a breve su una data eurovaluta si mantengono su bassi livelli, ma, allo stesso tempo sussistono aspettative di sensibili rialzi futuri di tali tassi.
A titolo di esempio, si può considerare il caso del dollaro negli ultimi mesi. Per un investitore in titoli a tasso variabile statunitensi con un orizzonte temporale limitato, il contratto collar avrebbe presentato il vantaggio di garantire un rendimento al di sopra di quello di mercato, mentre esso avrebbe consentito all'emittente di coprirsi dal rischio di un'impennata del costo dell'indebitamento.
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