Le reverse convertible sono strumenti finanziari che promettono al sottoscrittore una cedola particolarmente elevata. Comportano però il rischio per l'investitore di ricevere alla scadenza, in luogo del capitale inizialmente versato, un numero di azioni il cui controvalore è inferiore all'investimento originario.
Con questi strumenti le banche sostengono la raccolta del risparmio e possono soddisfare un ulteriore fine, e cioè quello di coprire rischi altrimenti assunti.
Cos'è una reverse convertible?
"Che ne pensa di investire in derivati?" Questo dovrebbe domandare l'impiegato di banca (o il promotore) al cliente prima di offrirgli una reverse convertible. Perché questo strumento finanziario, sotto l'apparenza di un titolo obbligazionario particolarmente attraente, cela in realtà un investimento in strumenti derivati . Più precisamente, il sottoscrittore di una reverse convertible versa un capitale all'emittente il quale riconoscerà alla scadenza un rendimento allettante. Allo stesso tempo, però, vende all'emittente una opzione put su un titolo.
Una reverse convertible, dunque, è un titolo collegato ad un altro titolo, generalmente un'azione quotata, che dà diritto ad incassare una cedola di valore notevolmente superiore ai rendimenti di mercato. L'elevato rendimento, però, deve essere valutato in rapporto al fatto che l'emittente della reverse, con l'acquisto dell'opzione put, alla scadenza ha la facoltà di consegnare, in luogo del controvalore del titolo (e cioè di quanto ricevuto dall'investitore), un quantitativo di azioni prestabilito dal contratto (nel caso di reverse del tipo physical delivery ) ovvero il loro equivalente in denaro (tipo cash ). Ovviamente, l'emittente avrà interesse ad esercitare la facoltà solo nel caso che il valore dell'azione scenda sotto un livello predeterminato. Pertanto chi acquista una reverse convertible confida che il valore dell'azione sottostante rimanga immutato o, anche, che aumenti .
In conclusione, le reverse convertible non possono essere assimilate al tradizionale investimento obbligazionario; a differenza delle obbligazioni, infatti, non garantiscono la restituzione del capitale investito che può ridursi in funzione dell'andamento negativo dell'azione sottostante. In linea teorica, il capitale investito può anche azzerarsi (ferma restando la percezione della cedola), nel caso limite in cui il valore dell'azione sottostante si annulli alla scadenza (o ad altra data prevista nel regolamento di emissione). Questa caratteristica deve essere attentamente valutata da coloro che si avvicinano a questo strumento finanziario con l'idea di effettuare un investimento di tipo obbligazionario.
Un Esempio renderà più chiaro il concetto.
Titolo: Reverse convertible su azioni Gamma
Taglio minimo del titolo (o valore nominale): 2000
Tasso di interesse cedolare al netto della ritenuta del 27%: 15%
Nr. di azioni Gamma sottostanti: 200
Valore di riferimento azioni (strike price): 10
Data di lancio (o di emissione): 1° luglio 2000
Scadenza: 1 anno
L'investitore, con la sottoscrizione, versa all'emittente 2000 euro e acquista il diritto ad una cedola (notevolmente superiore ai tassi di mercato) pari a 300 euro. Si espone, però, al rischio di non riavere l'intero capitale versato. Alla scadenza, infatti, si possono avere diversi esiti a seconda del valore assunto dall'azione in relazione al valore di riferimento (10 euro).
1 a IPOTESI: la quotazione dell'azione è superiore al valore di riferimento ed è pari a 13 euro.
L'emittente non eserciterà la facoltà di consegnare le azioni in luogo dei 2000 euro in quanto il loro controvalore, pari a 2600 euro (200 X 13 euro), è superiore. Il cliente, quindi, riceverà la somma versata più la cedola pattuita, per un totale di 2300 euro pari ad un rendimento del 15% dopo un anno. Questo rendimento rimane uguale per qualsiasi valore dell'azione Gamma superiore a 10 euro in quanto, in tutti questi casi, l'emittente restituirà i 2000 euro ricevuti più i 300 della cedola.
2 a IPOTESI: la quotazione dell'azione è inferiore al valore di riferimento ed è pari a 7 euro.
L'emittente avrà interesse ad esercitare la facoltà e consegnerà le 200 azioni per un controvalore di 1400 euro. L'investitore, quindi, includendo la cedola, otterrà un controvalore complessivo di 1700 euro (1400 + 300), con una perdita di 300 euro, pari al 15% del capitale versato (2000 euro). La perdita sarà tanto più grave quanto più bassa la quotazione dell'azione Gamma e, seppure teoricamente, può arrivare all'85% in caso di azzeramento del valore dell'azione stessa. In questo caso estremo, infatti, il sottoscrittore riceverebbe solo la cedola di 300 euro con una perdita di 1700 euro, pari all'85% del capitale versato.
3 a IPOTESI: la quotazione dell'azione è inferiore al valore di riferimento ed è pari a 9 euro.
Anche in questo caso l'emittente avrà interesse ad esercitare la facoltà e consegnerà le 200 azioni per un controvalore di 1800 euro che, uniti alla cedola, assommano a 2100 euro. L'investitore, quindi, otterrà un guadagno di 100 euro, pari al 5%, che risulterà però inferiore al rendimento prospettato del 15%
Può essere utile calcolare il punto di pareggio che corrisponde alla quotazione dell'azione Gamma che, alla scadenza, consente al sottoscrittore di riavere le stesse somme investite, senza però ottenere alcuna remunerazione dal capitale versato. Nel nostro esempio, questo valore è di 8,5 euro. Ed infatti, moltiplicato per le 200 azioni (1700 euro) e sommato alla cedola (300) consente al sottoscrittore di riottenere, dopo un anno, 2000 euro (pari all'investimento originariamente effettuato).
Gli esempi sopra riportati possono essere rappresentati, sinteticamente, con il seguente grafico.
Sull'asse delle "x" è riportato l'andamento del prezzo del sottostante, mentre sull'asse delle "y" il profitto/perdita che può generare la reverse convertible. Possiamo vedere che al di sopra del valore del punto di pareggio (8,5 euro) inizia l'area di profitto per il portatore del titolo che può arrivare, nel suo valore massimo, a 300 euro (pari al 15% di quanto investito) per valori del sottostante pari o superiori a 10 euro. Sotto il punto di pareggio, invece, comincia l'area delle perdite che può arrivare, nel caso di azzeramento del valore del sottostante, fino a 1700 euro, corrispondenti all'85% del capitale investito.
Le recenti emissioni di reverse convertible presentano spesso la cosiddetta clausola di knock-in che subordina la facoltà dell'emittente di consegnare i titoli in luogo del nominale ad una duplice condizione: a ) il valore dell'azione sottostante alla scadenza sia inferiore al valore di riferimento iniziale e b ) durante la vita del titolo (o altro periodo eventualmente predeterminato) l'azione sottostante sia scesa, almeno una volta, in un qualsiasi giorno e momento delle negoziazioni, al di sotto di un certo valore, detto knock-in, inferiore in genere di oltre il 10% rispetto al valore di riferimento.
Questa clausola, ponendo un'ulteriore condizione all'evento sfavorevole, avvantaggia il sottoscrittore. Non è però offerta gratuitamente dall'emittente che, in presenza del knock-in, offrirà un interesse cedolare minore. Si deve inoltre osservare che tale struttura determina che, una volta toccata la barriera del knock-in, la reverse avrà una probabilità di non rimborsare il nominale tanto maggiore quanto minore è il tempo residuo della reverse. Ciò in quanto il valore dell'azione sottostante risulterà già al di sotto del valore di riferimento.
Nell' esempio precedente, con un knock-in fissato a 6 euro(e con un rendimento netto diminuito al 10%), se l'azione Gamma durante la vita della reverse non è mai scesa al di sotto dei 6 euro, l'investitore avrà diritto a ricevere il nominale investito anche se l'azione alla scadenza è inferiore al valore di riferimento iniziale (10 euro). Pertanto, anche nelle ipotesi 2 e 3 (valore dell'azione pari a, rispettivamente, 7 e 9 euro) l'acquirente riceverà comunque il valore nominale del titolo (2000 euro) più la cedola (200 euro), con un guadagno pari al 10%.
Per quanto concerne il calcolo del punto di pareggio, si può utilizzare il calcolatore presentato per le reverse senza knock-in, tenendo ovviamente a mente che la consegna delle azioni in luogo del nominale avverrà solo se si verificherà l'ulteriore condizione dell'abbattimento del knock-in.
Commissione Nazionale Per Le Società e La Borsa
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