V a premesso che alcuni dei consigli dati in questa sezione si riferiscono al caso più frequente di emissione di reverse convertible, ovvero quello nel quale l'opzione che il risparmiatore vende all'emittente è, al momento della creazione della reverse convertible, at-the-money .
Per capire a fondo il significato di una reverse convertible nella quale l'opzione venduta è at-the-money, riprendiamo l'esempio esposto in precedenza.
Titolo: Reverse convertible su azioni Gamma
Taglio minimo del titolo (o valore nominale): 2000
Tasso di interesse cedolare al netto della ritenuta del 27%: 15%
Nr. di azioni Gamma sottostanti: 200
Valore di riferimento azioni (strike price): 10
Data di lancio: 1° luglio 2000
Scadenza: 1 anno
La put implicita nella struttura è at-the-money nel momento della creazione della reverse convertible se il prezzo dell'azione Gamma in quel particolare giorno è all'incirca pari allo strike price dell'opzione put (e quindi al valore di riferimento delle azioni). Questo significa che la cedola che il risparmiatore riscuoterà a scadenza tiene conto del valore del premio di una opzione put at-the-money. Se riprendiamo l'esempio proposto nella sezione dedicata all'unbundling, supponendo cioè che il tasso di interesse di mercato fosse pari al 5%, il restante 10% della cedola si può considerare, in modo un po' grossolano, il premio della opzione put che il risparmiatore ha venduto. Quel premio è stato calcolato su una opzione at-the-money.
Dal momento in cui la reverse convertible viene creata, al momento in cui il risparmiatore può sottoscriverla passano alcuni giorni (a volte settimane). Ciò è dovuto ai tempi di preparazione dei documenti informativi e/o prospetti, alla predisposizione di tutta l'operazione commerciale, ecc..
In questo periodo le condizioni del mercato azionario cambiano e, per questi prodotti, possono cambiare anche molto velocemente. Infatti, nel momento in cui il risparmiatore si trova a sottoscrivere il prestito reverse convertible, è molto probabile che tutti i parametri che influiscono sul valore di questo titolo siano cambiati (prezzo dell'azione sottostante, volatilità, dividendo atteso, ecc.), ma non sono cambiate le condizioni contrattuali della reverse convertible.
Riassumendo: il prestito reverse convertible viene creato e tutte le condizioni contrattuali (prezzo di sottoscrizione, cedola, strike price, ecc.) sono fissate ad una certa data. Pertanto, il risparmiatore avrà convenienza ad acquistare l'ultimo giorno disponibile per la sottoscrizione, in modo da sfruttare tutte le informazioni sul titolo sottostante.
Un esempio chiarirà quanto affermato.
Riprendiamo ancora il caso proposto di una reverse convertible su azioni Gamma e supponiamo che la creazione della reverse sia avvenuta esattamente un mese prima della data di lancio-emissione (1° giugno 2000), mentre i risparmiatori possano sottoscrivere le reverse convertible nel periodo 15 giugno - 25 giugno. Se la put implicita nella reverse era stata creata at-the-money, il prezzo dell'azione Gamma il giorno 1° giugno 2000 oscillava intorno ai 10 euro, valore che è stato preso come strike price per la put (e, quindi, come valore di riferimento per la consegna della azioni per la reverse convertible). Sulla base di questo valore la cedola era stata posta pari al 15%.
Vedremo sulla base delle successive due osservazioni che l'investitore non avrà alcun vantaggio economico a sottoscrivere la reverse in data anteriore al 25 giugno, ad esempio il 20 giugno. In tali osservazioni, per comodità espositiva, si trascurano gli effetti di cambio nella volatilità del sottostante che saranno approfonditi nella terza e quarta osservazione e che comunque non alterano i risultati di tale conclusione.
Osservazione 1
Il 20 giugno, le azioni Gamma valgono 8,5 euro, e, quindi, la put, incorporata nella reverse, risulta in-the-money. Considerato che l'opzione put in-the-money vale più di quella at-the-money (e che è un'opzione at-the-money il tipo che ha determinato il valore della cedola della reverse) il premio pagato da chi acquista (l'emittente) la put dovrebbe essere superiore e, quindi, la cedola (che approssimativamente è il premio della put) percepita dall'investitore dovrebbe essere più alta (es. 20%). Pertanto, può essere sconsigliabile per il risparmiatore acquistare la reverse.
Osservazione 2
Il 20 giugno l'azione Gamma ha un prezzo di 11,5 euro, la put venduta all'emittente è out-of-the-money. Considerato che l'opzione put out-of-the-money vale meno della put at-the-money, (e che è un'opzione at-the-money il tipo che ha determinato il valore della cedola della reverse) il premio pagato da chi acquista (l'emittente) la put dovrebbe essere inferiore e, quindi, la cedola (che approssimativamente è il premio della put) percepita dall'investitore dovrebbe essere più bassa. Pertanto, l'acquisto della reverse potrebbe essere considerato vantaggioso in questa data.
Ciononostante nei giorni intercorrenti tra il 20 e il 25 giugno la situazione potrebbe ancora cambiare, ad esempio il sottostante potrebbe tornare al valore di 8,5 euro, nel qual caso varrebbero le considerazioni svolte nella prima osservazione.
Ma nel periodo fino all'ultimo giorno possono variare anche elementi diversi dal prezzo di Gamma: in particolare, la volatilità.
Osservazione 3
Il prezzo del titolo nel periodo 1°-20 giugno risulta talmente variabile da generare un incremento della volatilità. Come è noto (si rinvia per un approfondimento alla scheda sui covered warrant) , maggiore volatilità vuol dire maggiore prezzo per un'opzione; pertanto nella giornata del 20 giugno, ipotizzata per la sottoscrizione della reverse, l'acquirente la put (l'emittente) dovrebbe pagare un premio più alto e, quindi, l'investitore dovrebbe percepire una cedola più elevata. Si è volutamente trascurato di considerare il prezzo del sottostante osservato nella data del 20 giugno, in quanto l'impatto di un incremento di volatilità è predominante nella fase di emissione rispetto alle variazioni del sottostante.
Quanto detto implica che il risparmiatore ha convenienza ad aspettare l'ultimo giorno disponibile per effettuare l'acquisto.
Osservazione 4
La variabilità del prezzo del titolo nel periodo 1-20 giugno è tale da ridurre la volatilità del sottostante. Dato che minore volatilità vuol dire minor prezzo per un'opzione, nella data del 20 giugno il potenziale sottoscrittore percepirebbe un premio maggiore per la vendita della put all'emittente attraverso una cedola più elevata.
Nuovamente le considerazioni sul valore del sottostante nella data considerata sono superflue. Ciononostante, considerato che nei cinque giorni successivi potrebbe ulteriormente verificarsi una qualche minimale variazione imprevista della volatilità, l'investitore avrà comunque convenienza ad aspettare l'ultimo giorno .
Detto ciò, poniamoci questa domanda: è davvero saggio sottoscrivere la reverse il 20 giugno? Perdere anche solo un giorno del tempo offerto per il periodo di sottoscrizione, esponendo l'investitore ad una incertezza legata all'andamento del sottostante e della volatilità, non consente al sottoscrittore di sfruttare pienamente il vantaggio informativo del periodo che va dalla creazione della reverse alla fine del relativo collocamento.
Recentemente le emissioni reverse convertible stabiliscono, sempre più spesso, lo strike price il giorno di emissione (nell'esempio il 1° luglio), eliminando così la possibilità di valutazione in merito all'andamento dell'azione sottostante. Tuttavia rimane valido quanto detto a proposito della volatilità: un forte incremento della volatilità riduce il valore della reverse e rende più probabile la consegna delle azioni.
La creazione e la successiva distribuzione di un prestito reverse convertible coinvolgono una serie di soggetti oltre all'emittente, alle banche collocatrici e ai risparmiatori-acquirenti.
Molto spesso l'opzione che il risparmiatore vende all'emittente viene a sua volta venduta dall'emittente ad altri intermediari. Questi ultimi possono decidere di tenerla in portafoglio, assieme ad altre migliaia di posizioni, o di venderla nuovamente. Il risultato di tutti questi processi è che, spesso, l'intermediario finale che mantiene in portafoglio l'opzione non ha niente a che fare con l'emittente, né con il prestito reverse convertible, ma si trova a dover gestire questa posizione in modo da renderla profittevole .
Per diversi motivi, molti dei quali indipendenti dalla volontà del singolo intermediario e causati da alcune ragioni tecniche connesse alla gestione del rischio, può capitare, come per tutti i derivati, che il prezzo del sottostante alla scadenza subisca delle pressioni in senso sfavorevole all'investitore , qualora si trovi vicino allo strike price.
Per questo motivo può essere utile usare alcune accortezze nel prendere in considerazione l'acquisto di una reverse convertible.
La liquidità del sottostante
Più un titolo è liquido , più è difficile che questi fenomeni di " pressione " si manifestino o abbiano qualche effetto. E' preferibile non acquistare reverse convertible aventi come azione sottostante un titolo scarsamente liquido (meglio, quindi, i titoli del Mib 30 o comunque titoli molto conosciuti e tradizionalmente liquidi).
L'ammontare emesso
Va fatto presente che maggiore è l'ammontare del prestito e maggiore èil valore della posizione in derivati (è più elevato il valore della put implicita nella struttura). Per questo motivo è probabile che le "pressioni" siano accentuate al crescere del valore dell'emissione. Questo porta alla considerazione che può essere preferibile privilegiare emissioni di ammontare più contenuto , rispetto a grosse emissioni.
Il giorno della scadenza (ovvero "il giorno delle streghe")
Che prezzo viene utilizzato per definire il rimborso della reverse? Il prezzo ufficiale, di riferimento, di apertura, di chiusura, ecc.. Questi, infatti, sono i prezzi generalmente utilizzati per determinare le modalità di regolamento di prodotti finanziari derivati, quali anche le reverse. E' preferibile scegliere reverse convertible il cui prezzo alla scadenza da confrontarsi con lo strike sia il prezzo ufficiale o al massimo il prezzo di riferimento. E' sconsigliabile acquistare reverse il cui prezzo alla scadenza da confrontarsi con lo strike sia il prezzo di chiusura o, anche, quello di apertura. Nella fase di apertura, infatti, la liquidità è molto scarsa e gli operatori istituzionali non sono tenuti, a differenza di quanto previsto per i prodotti derivati quotati nell'IDEM, a presentare anticipatamente gli ordini di acquisto o vendita rivenienti dalle proprie procedure di controllo dei rischi. Questo potrebbe determinare che il mercato non riesca ad adeguarsi con sufficiente rapidità a tali ordini e pertanto i prezzi potrebbero subire delle pressioni in senso sfavorevole all'investitore.
Ancora, è preferibile non acquistare reverse convertible scadenti in particolari giorni di borsa , caratterizzati da scarsi scambi sul titolo sottostante (ad esempio intorno al 6 Gennaio, al 1° Novembre, all'8 Dicembre, ecc.).
Dettagli sul knock-in
La presenza di "pressioni" può essere ancora più rilevante nel caso delle reverse con presenza della clausola di knock-in. In tal caso, infatti,è normalmente previsto che un qualsiasi prezzo pari o inferiore al knock-in, rilevato in un qualsiasi momento delle negoziazioni di borsa durante l'intera vita del titolo, possa essere ritenuto valido per determinare la rottura della barriera. Si ricorda che la barriera è inferiore al prezzo strike; pertanto la rottura della barriera determina che l'opzione risulta già in-the-money e quindi incrementa la probabilità che il risparmiatore riceva alla scadenza i titoli o il differenziale al posto del nominale sottoscritto.
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