La frequenza con la quale gli illeciti sono compiuti è sicuramente un elemento più valido per definire la rischiosità dello strumento finanziario. In particolare, combinare tale aspetto con l’unità di tempo definisce la probabilità che una frode accada, esprimendo quindi l’illecito sulla base dell’aspetto temporale.
Il grafico mostra con particolare attenzione come il numero delle frodi sia cresciuto negli anni che hanno preceduto il Duemila. In particolare, i primi 100 casi si sono verificati tra il 1968 e il 2000, con una media di 32 illeciti per anno. Per raggiungere la somma cumulata di 150 reati, invece, sono bastati 39 mesi, dal 1997 al 2000.
Gli anni dal 1968 al 1972 corrispondono a uno dei momenti più critici del mondo economico e finanziario dopo la Seconda Guerra Mondiale: in questo periodo si è infatti assistito a una delle più gravose crisi finanziarie dovuta principalmente all’inflazione generata dall’incremento del prezzo del petrolio. Durante questo periodo, si sono verificati 10 casi di illeciti compiuti nel settore dei fondi Hedge, con una media di 2,5 frodi per anno. La durata complessiva di tale intervallo è stata tuttavia troppo ridotta, singolare e isolata per definire delle cause che hanno generato un incremento delle truffe.
Tutto ciò ci permette quindi di notare come, sino al 1992, le frodi nell’ambito degli Hedge Funds erano quasi una rarità, o comunque non erano considerate un fenomeno suscettibile di studio da parte degli economisti. Il trend si è modificato in seguito, con un incremento notevole di eventi frodatori che è cresciuto (e ancora cresce) in maniera quasi esponenziale anno dopo anno.
Gli 80 casi registrati nel periodo 1992 – 2000 determinano una media di quasi 9 eventi all’anno, nonostante il tasso marginale di scoperta di nuovi illeciti si attesti intorno al 35% annuo. In particolare, il 1996 è stato un anno molto movimentato per le autorità di vigilanza, con 19 nuovi casi registrati in un solo esercizio: questo periodo potrebbe rappresentare il primo momento in cui la SEC è stata particolarmente impegnata nel contrastare questi accadimenti, con una politica di regolamentazione volta a frenare gli eccessi del mercato e a punire i colpevoli degli illeciti.
Una differente prospettiva sulla percentuale di frodi può essere vista comparando il numero annuale di frodi per il numero di Hedge Funds esistenti durante i suddetti esercizi.
l grafico in questione mette a confronto il numero di frodi perpetrate negli Hedge Funds con il numero di fondi esistenti nel periodo esistente tra gli anni 1968 – 2000 (Fonte: Bruce Johnson (2010), “The Hedge Fund fraud casebook”, Wiley & Sons)
Dal grafico in questione si può notare come la frequenza di illeciti diminuisca rapidamente nei primi anni, a seguito della crescita del numero di fondi d’investimento, per poi passare a un periodo di relativa stabilità della percentuale di frodi. Questo tipo di rappresentazione contrasta con il grafico a torta visto in precedenza, in cui si può notare come nel periodo 1999-2003 vi sia stato un incremento del 3% annuo nel numero d’interventi da parte delle autorità di vigilanza. Questa percentuale così ridotta del numero di frodi potrebbe quindi essere identificata come la probabilità o il rischio di investire in un Hedge Fund che sia colpito da un fatto illecito: con un ipotetico portafoglio di 100 fondi, un investitore potrebbe verificare la presenza di un illecito all’anno. Prendendo in considerazione un realistico portafoglio di Hedge Funds composto di 20 titoli, sarebbe ipotizzabile la possibilità di imbattersi in un illecito almeno una volta ogni cinque anni. Ovviamente, questo tipo di statistica ha un puro scopo esemplificativo, poiché le frodi sono distribuite in modo casuale nel corso del tempo, così come determinate categorie di fondi possono essere maggiormente interessate da questo tipo di problema. Questa analisi non tiene inoltre conto delle perdite di denaro effettivamente subite o del numero degli investitori lesi dei propri diritti.
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