E' stato scritto che negli ultimi vent'anni, la finanza ha subito una rivoluzione paragonabile alla scoperta dell'energia nucleare nella fisica; le tecniche, gli strumenti e i prodotti sono profondamente cambiati, un salto culturale enorme che ha una data di nascita: la pubblicazione sul Journal of Political Economy del lavoro di Black e Scholes sul valore delle opzioni azionarie.
L'articolo aprì le porte della ricerca e della pratica agli ingegneri, ai fisici, ai matematici, così come, circa quindici anni prima, le pubblicazioni di Sharpe avevano aperto la finanza agli economisti. E' sempre più una questione di specialisti, e color che sanno è un numero ristretto e a volte la magia non riesce e lo stesso mago ne è vittima: si pensi alle disavventure dell'hedge fund gestito da un guru di Wall Steet e da due premi Nobel o quasi quali Scholes e Merton.
Forse proprio perché si allontana dalla comprensione comune, la finanza ed in particolare quella "estrema" attrae in misura crescente l'attenzione di coloro che non sanno ma presumono di sapere. Si pensi ai "reverse floater" un prodotto complesso, una sorta di Frankestein finanziario composto da swaps, cap e floor acquistati da possessori di BOT e CCT delusi e alla ricerca di rendimenti elevati.
Una miscela esplosiva di prodotti tradizionali e sofisticati, a volte ignota non solo a chi investe ma anche a chi propone l'asset e non vuole perdere il cliente. La domanda da porsi è: Chi ha offerto l'alternativa si è comportato in modo etico? No, perché doveva illustrare i vantaggi ma anche i rischi della scelta.
Il vantaggio personale o quello dell'azienda non giustificano il danno che si provoca agendo con superficialità o peggio con malizia. L'aumento dei tassi e la scarsissima negoziabilità del prodotto hanno falcidiato il valore monetario dei capitali investiti (nel corso del 1999, in media , il titolo ha perso circa il 21,5%); ma gli intermediari hanno subito offerto all'ingenuo risparmiatore un'occasione di rivincita dal nome ambiguo: covered warrant.
Un derivato che permette di scommettere al rialzo o al ribasso su azioni, panieri di titoli, valute o mercati con la possibilità di guadagni percentuali elevati ma con il rischio, a volte appena sussurrato, di perdere l'intero capitale investito.
E' bene aggiungere che a scommettere e a correre il rischio è solo l'investitore; chi offre il prodotto rifiuta l'alea e per esso vale davvero il termine "covered " cioè "coperto". E' la morale della favola di Sharpe del gestore del risparmio altrui e la cupidigia degli investitori: il primo, anche se le cose vanno male, incassa comunque le commissioni, il danno è del risparmiatore. Questi va tutelato, spesso anche contro se stesso, e la tutela è compito dell'autorità di controllo. Sono necessarie norme più severe sulla responsabilità di chi offre determinati prodotti e una maggiore vigilanza sulle informazioni che vengono fornite al risparmiatore. Si deve vigilare perché le volpi non entrino nel pollaio.
Prof. F.Caparrelli
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