La teoria della finanza fornisce le conoscenze perché l'investitore razionale impieghi al meglio le proprie risorse; ma chi è l'investitore razionale? Un essere mosso da motivazioni semplici e schematiche. Egli è guidato dal solo interesse personale.
Il suo fine è massimizzare il rendimento, il vincolo è l'avversione al rischio. Il problema ha una chiara soluzione matematica: noti il capitale disponibile e il periodo d'investimento, l'obiettivo è realizzato nel rispetto del vincolo ripartendo le risorse in modo adeguato tra le diverse opportunità che il mercato offre.
L'investitore è dunque razionale se soddisfa il proprio "particolare". La risposta data alla domanda etica "come bisogna vivere?" è semplice e definitiva: perseguendo il proprio interesse. Marshall definisce l'omo oeconomicus "libero da qualsiasi influenza etica, volto con cautela e tenacia a guadagnare denaro, in maniera permanente, meccanica ed egoistica". E' un approccio che Sen definisce "ingeneristico" inadeguato a rappresentare l'uomo come persona."
Sarebbe straordinario se l'interesse personale non dovesse svolgere un ruolo importante in moltissime decisioni, e in realtà le normali transazioni economiche subirebbero un collasso. La vera questione è se ci sia una pluralità di motivazioni, o se sia il solo interesse personale a guidare gli esseri umani."(Utz). Ciò che propone la teoria della finanza è in realtà un uomo dimezzato che non conosce l'uso del noi, ma solo dell'io.
Prof. F.Caparrelli
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