È possibile ritornare alla finestra intera, quindi annullare lo zoom, facendo clic sul pulsante in basso a destra nella schermata di Metastock (si veda figura sotto).
Nel periodo di mercato successivo (si veda figura sotto), assistiamo a un taglio dei prezzi rispetto alla tendenza prevalente (punto A), il che fa pensare a una sua interruzione. In effetti il taglio è piuttosto deciso; ma come si vede nella figura sotto i prezzi tornano repentinamente verso la linea di tendenza tranciata così di slancio, e sembra vogliano girare di nuovo verso il basso, quando la incontrano di nuovo (punto B) Qui invece i prezzi reagiscono verso l’alto, a conferma che la precedente fase ribassista è terminata.
Abbiamo quindi il cosiddetto test del cambiamento di stato, cioè della circostanza per cui un supporto violato diventa una resistenza, e vice versa. Questa è considerata in genere una prova certa dell’inversione della tendenza; il semplice taglio non basta, pur essendo un segnale di debolezza nella tendenza prevalente. A volte invece non si ha test come nella figura sopra, i prezzi superano le linee di tendenza che li avevano ingabbiati per un lungo periodo e cominciano il loro nuovo cammino senza esitazioni.
La fase che comincia a questo punto è relativamente incerta, con tendenze non ben definite o almeno non di durata particolarmente consistente. Essa si conclude poco dopo la fine di marzo 2003, quando i prezzi imboccano decisamente la via del rialzo, opportunamente segnalata da una trendline al ribasso che si può tracciare fra fine febbraio e che viene appunto tagliata al rialzo a inizio aprile.
Proseguendo l’esame grafico dello sviluppo temporale delle quotazioni del future, si notano alcune formazioni grafiche caratteristiche. Per formazione grafica si intende in genere una configurazione ricorrente nei grafici e indicativa di un determinato stato del mercato. Vi sono in generale formazioni di inversione, che segnalano appunto una inversione nella tendenza corrente del mercato, e le formazioni di continuazione, che intervengono a confermare che la tendenza attuale è ancora in atto.
Per esempio si nota fra luglio e agosto il formarsi di quello che viene chiamato doppio minimo. Si tratta di una formazione di inversione che segnala l’esaurirsi di una tendenza al ribasso, e consiste appunto in due successivi minimi alla stessa altezza, all’incirca, separati da un picco. La distanza fra i minimi e il picco, proiettata verso l’alto, dà una idea del livello che ci si può attendere per i prezzi nell’immediato. Come si vede nella figura sotto, l’obiettivo viene raggiunto e superato in brevissimo tempo. La formazione speculare rispetto al doppio minimo, nota come doppio massimo, è invece una figura di inversione ribassista.
A rafforzare la sensazione che il periodo di correzione fra metà giugno e metà luglio sia finito, oltre che il taglio della linea di tendenza al ribasso che si potrebbe tracciare nel grafico sopra, interviene anche la presenza di un’altra formazione grafica nota come gap. Per gap si intende un salto nel grafico dei prezzi dovuto al fatto che il minimo di un certo giorno è superiore al massimo del giorno precedente, o viceversa. Il gap assume due configurazioni: gap di rottura, che indica un subitaneo spostarsi delle aspettative degli operatori verso il rialzo o il ribasso, e gap di continuazione che indica un rafforzamento della tendenza prevalente.
Un metodo alternativo di analisi delle tendenze nei prezzi è quello che prevede l’utilizzo di medie mobili. Le medie mobili sono uno strumento utilizzato in statistica, nell’analisi tradizionale delle serie storiche, per depurare dalla componente tendenziale le serie storiche dei fenomeni. In analisi tecnica svolgono il compito di esprimere la tendenza dei prezzi, rappresentando il prezzo medio a cui sono usciti dal mercato i venditori e a cui sono entrati sul mercato i compratori nel periodo di tempo definito dalla lunghezza della media stessa. Proprio per questo motivo, rappresentano aree di supporto e di resistenza.
Medie crescenti indicano ovviamente mercato al rialzo, decrescenti indicano mercato al ribasso, medie che si appiattiscono segnalano aree di incertezza, in cui c’è equilibrio fra compratori e venditori. I segnali operativi si traggono dall’azione del prezzo rispetto alla media: quando il prezzo la supera dal basso verso l’alto, si ha un segnale d’acquisto, mentre quando il prezzo la supera in senso inverso il segnale è di vendita. Le medie rappresentano livelli di supporto, perché chi è mediamente uscito dal mercato a quel prezzo negli n periodi precedenti, dove n è il numero di unità temporali (giorni, settimane, mesi) considerate nel calcolo della media, a quel valore tende a rientrarvi. Sono resistenze perché chi è entrato nel mercato sotto quel livello tende ad uscirvi per monetizzare i guadagni, mentre chi è entrato a quel livello ed è andato in perdita tende a uscire per riportare a casa quanto ha investito.
Di conseguenza altri segnali operativi di acquisto si traggono quando in fasi di rialzo il prezzo scende verso la media mentre essa ancora sale, ed assume quindi la veste di supporto. In fase di ribasso sulla media si chiudono le posizioni al rialzo, in quanto in quelle fasi essa assume veste di resistenza. Per costruzione le medie stanno sotto la serie dei prezzi in un mercato al rialzo, sopra in un mercato al ribasso. Le medie a periodo più ampio sono più “lisce”, mentre quelle a periodo più ridotto seguono più da presso la serie dei prezzi. Altri segnali si traggono dalla distanza che si crea fra la media e la serie dei prezzi. Poiché in generale essa tende ad oscillare entro certi livelli, ecco che quando il prezzo si distanzia troppo dalla media in un senso o nell’altro si creano le condizioni per una correzione, ancorché di breve durata.
Alcuni poi utilizzano sistemi basati su una combinazione di coppie di medie mobili di diversa durata, traendo i segnali d’acquisto e di vendita dalla intersezioni della media più breve sulla media più lunga. Tale metodo ha il vantaggio di ridurre i falsi segnali generati dai movimenti erratici del prezzo. Per tracciare la media su un grafico di Metastock si fa ricorso alla finestra degli indicatori nella barra degli strumenti standard: cliccando su di essa si ha l’apertura di un menu a tendina nel quale si va a cercare la voce Moving average, che si clicca e si trascina mantendo la pressione sul tasto di sinistra del mouse sulla serie che si vuole filtrare per mezzo delle medie mobili.
Quando la si raggiunge, si nota un cambiamento nel suo colore; rilasciando il pulsante di sinistra del mouse si provoca l’apertura di una finestra di dialogo in cui si possono indicare i parametri relativi alla media (si veda figura sotto). Vedremo una finestra di dialogo per ogni indicatore che scegliamo; ovviamente avremo parametri molto diversi a seconda dell’indicatore prescelto. Nel caso della media, il primo parametro essenziale è la sua durata; ovviamente si sceglie una durata atta ad esprimere la tendenza che più ci interessa (di lungo, di medio, di breve periodo).
Altro parametro fondamentale è il tipo di media. La media semplice di una serie di prezzi assume in corrispondenza di un certo momento nel tempo (giorno, mese o anno) il valore dato dalla media semplice degli n-1 termini precedenti (dove n è la lunghezza in periodi dell’intervallo temporale che interessa “lisciare”) e del valore corrispondente al momento in questione. Possiamo avere altri tipi di media, cliccando nella finestra Method. In particolare abbiamo i metodi Weighted ed Exponential che con metodi diversi effettuano una ponderazione dei valori utilizzati per il calcolo della media dando maggior peso ai valori più vicini nel tempo, nella ipotesi che abbiano maggiore influenza rispetto a quelli più lontani. Il metodo più utilizzato è quello della media mobile esponenziale, che effettua questa ponderazione attraverso il metodo dell’exponential smoothing.
Nella scheda Color/Style possiamo impostare colore, spessore e stile della linea che rappresenta la media mobile.
Nella figura sopra è stata tracciata la media mobile esponenziale a 15 termini del prezzo di chiusura del future. È possibile ottimizzare la durata della media utilizzando uno degli strumenti forniti nel programma, il System Tester che si trova nel menu Tools. Esso ci permette di verificare quale strategia ha dato i migliori risultati.
In alternativa possiamo apprezzare ad occhio quanto la media così tracciata abbia seguito il tracciato dei prezzi svolgendo di volta in volta il suo ruolo di supporto e di resistenza. Per cambiare qualcosa nella media così tracciata, è sufficiente cliccare due volte in rapida successione su di essa per riottenere la finestra di dialogo Moving Average Properties vista sopra. Per inserire una seconda media mobile, si può ripetere la procedura seguita per l’inserimento della prima media.
Nel grafico sopra si è inserita una media a 65 termini (colore verde). Come si vede, le medie mobili a 15 e 65, specie se prese in coppia, tendono a ritardare il momento dell’intervento, in uscita o in entrata, rispetto all’uso di linee di tendenza. Tendono però a dare una protezione maggiore; nulla vieta pertanto di utilizzare in combinazione i due strumenti, linee di tendenza e medie mobili.
Giulio Campanini
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