Questa procedura è ricompresa all'interno delle cosiddette tecniche di Wilder e cerca di costruire indicatori che misurano l'intensità e la qualità dei movimenti di mercato.
In particolare gli indicatori forniscono informazioni sulla componente tendenziale presente in una serie storica e ne misurano l'intensità relativa. Gli indici direzionali ( ) e ( ) sono costruiti sulla base di altri indicatori detti movimenti direzionali ed escursione significativa.
I movimenti direzionali sono desunti dal confronto tra gli andamenti delle differenze prime calcolate sui massimi e sui minimi della serie storiche. L'escursione significativa confronta le distanze tra valori massimi e minimi ed ancora tra la chiusura e i valori massimi e minimi, scegliendo la distanza che risulta massima.
In tal modo l'escursione significativa appare come una particolare misura della volatilità della serie. Gli indici direzionali, per come sono costruiti, esprimono la tendenza rialzista o ribassista tenuto conto della volatilità. Infine viene costruito anche l'indice di movimento direzionale (DX) che tende al suo limite superiore se la serie osservata risulta caratterizzata da un accentuato andamento espansivo o recessivo; tende invece ad approssimarsi al limite inferiore se l'andamento dei prezzi assume una configurazione progressivamente congestionata (situazioni di accumulazione e distribuzione).
L'algoritmo per la definizione di strategie speculative è il seguente.
. assumere posizioni lunghe se
. liquidare le posizioni assunte (eventualmente assumere una posizione corta) se
Per giudicare sufficiente la forza ascendente o declinante dei prezzi e sfruttarla a fini speculativi è opportuno che risulti DX > 20.
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