Le principali informazioni sul fondo sono riportate nell’offering document (documento predisposto per le offerte) riservato al singolo investitore. Questa dichiarazione presenta globalmente lo strumento finanziario considerando gli obiettivi prefissati, le commissioni, le principali spese, i fattori di rischio, le modalità con cui sono allocati i profitti e le perdite, la soglia minima di ingresso, il lasso temporale in cui i capitali restano vincolati, la politica fiscale e le principali informazioni sulla strategia adottata dal gestore. Dal punto di vista legale, nessuna offerta valida può essere avanzata senza la presentazione dell’offering document. Quest’atto è dunque di fondamentale importanza per gli investitori, poiché consente loro di comprendere a fondo i rischi che essi dovranno sopportare, ma risulta spesso un elemento insufficiente per offrire una visione chiara ed esauriente: le strategie degli Hedge Funds sono difficili da 29 comprendere, addirittura in molti casi è lo stesso gestore a complicare il tutto non fornendo indicazioni sul suo operato.
L’investitore si trova quindi in una posizione di asimmetria informativa rispetto al gestore del fondo; non solo per la limitatezza delle informazioni disponibili ma anche per l’incapacità di comprendere le indicazioni fornite (razionalità limitata). Il primo è un problema oggettivo, che potrebbe essere risolto attraverso una maggiore apertura del gestore verso l’esterno, mentre il secondo è intrinseco nella persona del risparmiatore. Un forte aumento dell’offerta d’informazioni comporterebbe grandi vantaggi per l’investitore-intermediario che possiede i mezzi necessari per eseguire una corretta analisi, elaborazione e valutazione delle informazioni ricevute, tuttavia questi processi comportano costi molto elevati e non sono in genere accessibili al singolo risparmiatore. L’aumento della trasparenza del mercato potrebbe ridurre notevolmente l’asimmetria, anche se questa non sarebbe completamente eliminata. La corretta valutazione delle informazioni disponibili è il secondo punto fondamentale che va considerato per superare tali condizioni di svantaggio: a nulla servirebbe incrementare l’offerta d’informazioni se queste non fossero attentamente analizzate e soprattutto non fossero compresi i rischi sottostanti una determinata scelta di investimento.
Un esempio particolarmente rappresentativo di questo scenario è quello dell’Ufficio Italiano Cambi, che nell’autunno del 1998 è rimasto coinvolto nel più clamoroso crac finanziario dai giorni infausti del Lunedì Nero del 1987. Questa istituzione, non conoscendo approfonditamente il veicolo finanziario prescelto e seguendo forse l’esempio delle più importanti banche del mondo, come UBS e Merryl Lynch, ha investito 250 milioni di dollari nell’Hedge Fund americano “Long Term Capital Management”, che con la sua caduta ha tenuto in scacco l’intero sistema finanziario: tali banche non avevano effettuato in modo sufficientemente approfondito alcuna valutazione sul rischio di investimento dello strumento finanziario, che era in grado di generare rendimenti intorno al 40% all’anno pur dichiarando di operare nel settore degli arbitraggi.
Dopo questo crac, il problema della trasparenza e della mancanza di regolamentazione è stato posto al centro di un dibattito che vede due schieramenti opposti: chi propone una adozione di maggiori regole (tra questi anche il grande finanziere George Soros) e chi difende invece la libera circolazione dei capitali. La colpa dei gravi problemi che hanno investito gli Hedge Funds non dovrebbe tuttavia solamente essere attribuita alla mancanza di regolamentazione e trasparenza, ma bisognerebbe al pari considerare il grave comportamento tenuto dalle istituzioni finanziarie che non hanno in alcun modo controllato il modo di agire di questi fondi. Inoltre, la qualità dei clienti non può prescindere dalla capacità d’investimento di questi: è il cliente (fondazione, banca, compagnia d’assicurazione, fondo pensione) che deve assumere un ruolo attivo e continuo nel controllo dei soggetti cui concede il mandato di gestione. Più recentemente, alcuni fondi comuni hanno iniziato a fornire ai propri investitori, con cadenza trimestrale o semestrale, prospetti che contengono informazioni sulla situazione finanziaria della società, su eventuali cambiamenti nella compagine societaria, sulla valutazione del capitale, effettuata in conformità ai principi contabili generalmente accettati.
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