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Le frodi nell'ambito degli Edge Fund

4.1.1 Assenza di una corretta due diligence

Nell’ultimo decennio, all’interno dell’industria degli Hedge Funds, circa il 15-30% dei fondi sono falliti per molteplici ragioni: alcuni di questi sono “implosi” o si sono “sgonfiati”, perdendo la maggioranza del loro Net Asset Value in pochi giorni, altri invece sono falliti a causa di mancanza di nuove opportunità di investimento, altri ancora sono stati costretti a chiudere a causa delle innumerevoli richieste di riscatto da parte degli investitori. Un primo motivo che ha portato situazioni di difficoltà all’interno del settore è legato alla mancanza di una corretta ed esaustiva ”due diligence”20, una pratica particolarmente impopolare all’interno delle società ma anche altrettanto importante. Queste ultime vedono la due diligence come un’attività che comporta una grande mole di lavoro e di analisi e si traduce dunque in elevate retribuzioni per i soggetti che eseguono queste indagini.

Nel caso degli Hedge Funds, gli analisti dovrebbero recarsi nei diversi Paesi in cui risiede il gestore del fondo per appurare che le attività d’investimento siano svolte senza anomalie. Il controllo principale che si dovrebbe svolgere sarebbe quello di porre diverse domande al gestore del fondo, volte a scoprire eventuali situazioni d’inconsistenza patrimoniale, false testimonianze e al contempo raccogliere il maggior numero di informazioni possibili sullo strumento finanziario in questione.

Un altro fattore di difficoltà nell’operare una corretta analisi è legata al fatto che, mentre i soggetti che eseguono indagini sulla frode partono dal principio che l’illecito si è già verificato, gli analisti impegnati nella stesura di una corretta due diligence inizialmente non hanno idea delle possibili attività illecite che sono state o potranno essere perseguite. Questa idea si ricollega bene a una frase formulata da William Cowper, “la mancanza di prove che testimoniano l’illecito non corrisponde necessariamente all’assenza di frodi”21: non sarà mai possibile riuscire formulare una perfetta analisi mappando tutti i fattori di rischio che potranno condurre a situazioni di frode e dunque riuscire ad attestare che il fondo gode di “perfetta salute”. Il verificarsi di una situazione di possibile illiceità è probabilmente l’evento più allarmante che può capitare a un Hedge Fund o ai propri investitori.

Ciò, infatti, non compromette solamente la reputazione del fondo stesso, ma pone altrettanti severi dubbi circa la correttezza dei comportamenti tenuta dal gestore. Oltre alle perdite di affidabilità e di carattere monetario, vi è poi un’ulteriore ampia gamma di effetti collaterali collegati alla scoperta d’illeciti, come licenziamenti a catena o la diminuzione della fiducia nel mercato da parte dei nuovi investitori. L’ambito degli illeciti può dunque essere visto come un “campo minato” dove, dopo avere impiegato ogni mezzo per scoprire eventi fraudolenti, alcuni di questi possono ancora restare impuniti e non essere identificati: una frode non potrebbe mai essere scoperta oppure sarebbe in grado di generare un processo contro più soggetti che potrebbe prolungarsi per molti anni.

Nel lungo periodo, inoltre, la due diligence viene considerata come la più temuta attività svolta dalle società che forniscono consulenza di tipo advisory, a causa della sua bassa correlazione tra costi e benefici: la certezza di sostenere elevati costi per le indagini correlata alla incertezza di determinare potenziali situazioni illecite produce un forte pay-off negativo per coloro che intraprendono questa attività. Tuttavia, essa resta una delle armi migliori per combattere le frodi, principalmente per due motivi:

1. La tenuta della corretta documentazione in termini di due diligence può scagionare la società da eventuali accuse di frode; 2. Nel mondo degli Hedge Funds non vi è nessun altro strumento che riesca a fornire informazioni più esaustive agli investitori. Essa è dunque l’attività essenziale per condurre un’accurata ricerca nell’ambito dei fondi Hedge, ed è l’unico modo per ottenere informazioni dettagliate su questi. L’attività presenta, comunque, ulteriori problemi oltre a quelli connessi alla sua struttura di costi. Il suo punto debole più forte, infatti, è legato alla mancanza di chiarezza: mentre questa protegge i suoi beneficiari da situazioni di negligenza all’interno della società, essa non è in grado di fornire utili informazioni su come scoprire i frodatori o un insieme di regole per evitare che soggetti che inizialmente svolgevano la loro mansione in maniera professionale possano perpetrare illeciti all’interno del fondo. Tutto ciò conduce all’impossibilità di misurare le performance in materia di due diligence e, di conseguenza, i possibili miglioramenti raggiungibili nell’esecuzione di quest’ attività.


[20] L'espressione inglese due diligence identifica il processo investigativo che viene messo in atto per analizzare valore e condizioni di un'azienda, o di un ramo di essa, per la quale vi siano intenzioni d’acquisizione o investimento. In finanza, la due diligence indica quell'insieme di attività svolte dall'investitore, necessarie per giungere ad una valutazione finale, analizzando lo stato dell'azienda, compresi i rischi di un eventuale fallimento dell'operazione e delle sue potenzialità future.

Questa particolare attività richiede un’accurata analisi di tutte le informazioni relative all’impresa oggetto dell'acquisizione, con particolare riferimento alla struttura societaria e organizzativa, al business e al mercato, ai fattori critici di successo, alle strategie commerciali, alle procedure gestionali e amministrative, ai dati economico-finanziari, agli aspetti fiscali e legali, ai rischi potenziali, ecc.

L'espressione due diligence viene in realtà dal francese. Venne infatti coniata all'interno della Banca Rothschild a Parigi per contrassegnare la "dovuta diligenza" (due diligence appunto) che doveva contrassegnare ogni valutazione prima dell'apertura di nuove linee di fido alle imprese. Con l'espandersi delle attività della banca a Londra, l'espressione importata all'interno della locale banca Rothschild venne tradotta dagli impiegati come "diligenza pagata" (due diligence), cioè come l'indicazione della presenza fisica dell'impiegato (oggi diremo analista) per controllare personalmente i beni posti a garanzia del fido.(Fonte: Wikipedia) 21 “The absence of proof is not a proof of absence”

Sansoldo Fabrizio

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