Il Comune di Milano ha posto in essere una complessa operazione di ristrutturazione
del debito, mediante la stipula con quattro intermediari finanziari di contratti collegati,
aventi il medesimo contenuto. Accertata la convenienza dell’operazione finanziaria,
l’ente ha avviato la procedura che conduce all’emissione di un bond (titolo
obbligazionario), selezionando gli intermediari finanziari che dovranno curare
l’operazione e procedere al collocamento del titolo: essi hanno avuto l’onere di
costruire il prodotto finanziario e collocarlo nel mercato prescelto.
In questo caso, il Comune, su indicazione degli intermediari finanziari, le banche
definite “arrangers”, ha deciso di far fronte agli impegni derivanti dall’emissione
obbligazionaria per il tramite di una complessa ed articolata operazione finanziaria
che ha previsto un ruolo centrale degli stessi intermediari finanziari che sono stati
incaricati dall’Amministrazione di curare le varie fasi dell’intervento. In particolare:
Gli intermediari hanno curato il collocamento del prestito obbligazionario
trentennale versando in anticipo al Comune l’importo di euro 1.685.000.000;
Il Comune si è impegnato con un IRS ad accantonare progressivamente, nel
corso dei trenta anni dell’operazione, l’importo relativo alla restituzione del
capitale ai possessori dei titolo obbligazionari, versando ogni anno agli
intermediari finanziari un importo prestabilito, pari complessivamente a quello
del prestito obbligazionario;
Gli intermediari, a loro volta, si sono impegnati, alla scadenza del trentesimo
anno, a versare al Comune l’intero importo, al fine di consentire all’ente di
rimborsare il capitale dovuto agli obbligazionisti. Particolarmente è stata la
struttura contrattuale originaria che prevedeva l’obbligo del Comune di versare
le somme riguardanti l’ammortamento secondo un piano di prestabilito, in
modo che allo scadere del trentesimo anno l’intero importo capitale risultasse
versato agli intermediari finanziari. A garanzia del versamento delle quote
annuali, il Comune ha rilasciato a ciascun intermediario una delegazione di
pagamento;
Gli istituti bancari si sono impegnati, ulteriormente, a versare al Comune, alla
scadenza del trentesimo anno, l’intero importo capitale, in modo che l’ente
possa estinguere le obbligazioni. Tuttavia, gli arrangers incaricati
dell’operazione non hanno rilasciato alcuna specifica garanzia riguardo alla
restituzione del capitale all’ente pubblico, allo scadere del trentesimo anno;
Particolarmente complessa era la questione della remunerazione del capitale
e la costruzione dei contratti di swap di tasso di interesse collegati: gli istituti di
credito hanno infatti assunto l’onere di versare al Comune, per tutti gli anni di
durata del prestito, un importo determinato dall’applicazione del tasso fisso del
4,019% sul capitale nozionale, pari a quello che il Comune deve versare ai
possessori delle obbligazioni. In questo modo, ogni anno il Comune riceve
dagli intermediari finanziari l’importo che utilizza per remunerare il capitale
investito dagli obbligazionisti. La prestazione degli intermediari finanziari era
riferita, per tutta la durata del contratto, al capitale nozionale, vale a dire
all’importo di euro 1.685.000.000. Il Comune, a sua volta, si è obbligato a
versare, periodicamente, agli intermediari un importo calcolato con un tasso
variabile, il quale è stato modificato in diversi momenti durante i primi anni
dell’operazione.
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