A partire dalla metà degli anni Sessanta, grazie allo sviluppo della tecnologia dei circuiti integrati, nasce quella che viene chiamata la 'terza generazione dei computers'. Con tali nuove macchine, si è assistito ad un miglioramento dei programmi e all'indirizzarsi delle ricerche dell'IA soprattutto verso la comprensione del linguaggio umano, il calcolo simbolico e la rappresentazione semantica. Nel 1963, Samuel ha scritto un programma capace di giocare a dama, dimostrando anche abilità nell'apprendimento: esso, infatti, utilizzava l'esperienza tratta durante le partite per perfezionare le proprie prestazioni successive. Uno dei primi programmi di IA che ha avuto un discreto successo è Eliza, il cui nome fa riferimento a Eliza del "Pigmalione" di G. B. Shaw, progettato da J. Weizenbaum nel 1964.
Tale programma era in grado di affrontare dei colloqui in inglese su 'copioni' prestabiliti di diverso argomento. Esso è noto, in particolare, per il ruolo di psicanalista di cui
Weizenbaum lo ha investito: Eliza lo svolgeva in modo così realistico da far pensare agli studiosi di essere di fronte ad un vero medico. Sull'onda di questo esempio, K. Colby, uno psichiatra, ha inventato un altro programma simile, chiamato Parry, che riusciva a riprodurre il comportamento linguistico di un paranoico. Successivamente, si è pensato di far interagire Eliza e Parry: ne sono risultati dei dialoghi giudicati dai medici molto realistici.
Pubblicazione del prof. Matteo Fini e della prof. Paola Milani
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