L'attività bancaria internazionale è da anni in fase di evoluzione: il mondo sta diventando un unico mercato finanziario a orario continuato, nell'ambito del quale in una frazione di secondo vengono trasferiti per via elettronica miliardi di dollari. Lo svolgimento di operazioni finanziarie su scala mondiale presuppone la capacità di reagire rapidamente a eventi in paesi lontani, la disponibilità di informazioni aggiornate e l'investimento di ingenti risorse in sistemi che garantiscano la possibilità di trasferire fondi e accedere a database in tempo reale. Le banche devono inoltre avere la flessibilità necessaria per offrire nuovi servizi ad alto contenuto tecnologico. Per affrontare queste sfide, alcune banche avevano cominciato a usare, negli anni 80, i sistemi di trasferimento dei fondi (EFT) per offrire nuovi servizi compresi quelli di EDI ( electronic data interchange ). L'evoluzione dei mercati ha poi portato a una riduzione dei guadagni, "La concorrenza ha abbassato il livello delle commissioni proprio quando i clienti hanno cominciato a chiedere condizioni agevolate" [1]. La possibilità di scambiare un flusso di informazioni, rappresenta un notevole risparmio di tempo e di conseguenza una riduzione di costi soprattutto quando l'azienda abbia molti partners commerciali e intrattenga con loro rapporti stretti e stabili nel tempo.
L'EDI non è un sistema di pagamento, ma un modo standardizzato di inviare informazioni tramite banca, è una serie di procedure che consentono il trasferimento elettronico delle stesse. La tecnologia EDI è lo scambio da computer a computer di documenti d'affari in una forma che possa essere letta da un elaboratore imponendo uno standard d'uso. Un utente EDI deve avere la tecnologia necessaria per spedire, ricevere e interpretare i messaggi in arrivo; attraverso questo mezzo si arriva all'obiettivo di automatizzare, accelerare e semplificare il ciclo commerciale dell'impresa che se ne doti riducendo contemporaneamente i costi di transazione. La possibilità di dare all'azienda o al privato la possibilità di concludere una transazione finanziaria senza muoversi da casa, rappresenta per il cliente un grosso richiamo commerciale e per la banca una operazione tecnologica che può concludersi con alti guadagni. Per arrivare a questo risultato, c'è bisogno di un ulteriore pacchetto tecnologico, dato che il collegamento deve esistere sia fra fornitore e acquirente, sia fra le banche dei due attori della transazione finanziaria; la tecnologia che supporta questo scambio di dati si chiama EFT e consente agli istituti bancari coinvolti di scambiare, per via telematica, somme di denaro da un conto corrente ad un altro.
L'unione fra l'EDI e l'EFT porta alla nascita del Financial EDI (FEDI) che si riferisce a questo scambio elettronico di pagamenti ; mentre l'EFT muove le somme di denaro tra i due istituti bancari, l'EDI rende disponibili i dettagli e gli altri dati che si riferiscono al pagamento ai due partner commerciali. Tuttavia, le due tecnologie telematiche, non sempre devono essere applicate contemporaneamente anzi per molti anni hanno seguito percorsi evolutivi differenti.
Il FEDI differisce dagli altri tipi di EDI per due importanti aspetti :
Una operazione EDI non finanziaria coinvolge solo due partner commerciali (l'acquirente e il fornitore); nel FEDI invece devono essere coinvolte nella transazione anche gli istituti finanziari degli attori principali e un terzo istituto che fa da tramite e controlla il passaggio di denaro da una banca all'altra.
Mentre l'EDI può essere condotto usando un solo standard di trasmissione il FEDI ha bisogno di due standard: uno per lo scambio di dati fra i due partner commerciali e l'altro per il trasferimento di fondi attraverso il sistema bancario.
Questa nuova tecnologia rende possibile eliminare tutti i documenti cartacei riguardanti la transazione. Questa semplificazione porta, di solito, ad un notevole innalzamento della produttività e ad un risparmio vistoso sui costi delle operazioni bancarie. Quantità di denaro possono venire trasferite in due modi diversi: trasferimento via cavo o attraverso una Automated Clearing House (ACH). Il primo sistema viene usato principalmente per spostare grandi somme di denaro quando la velocità di trasferimento è essenziale, ed è usato soprattutto dagli istituti bancari quando l'operazione avviene fra due di essi senza coinvolgere nessun cliente privato. Il maggiore sistema di trasferimento via cavo usato in ambito internazionale è lo SWIFT. La Society for Worldwide Interbank Telecommunications (SWIFT) ha il compito di dare alle banche una linea di credito e deposito riservata, per rendere disponibile una serie di fondi e trasferimenti bancari nell'ambito internazionale. L'ACH, al contrario, è stato progettato come un servizio per la clientela privata, è usato per spostare somme di denaro relativamente piccole con un tempo di effettuazione che va da uno a tre giorni dal momento dell'ordine di pagamento. La clearing house prende tutti gli ordini di pagamento ricevuti durante il giorno dalle banche affiliate e sposta le somme dalla banca originaria (quella dove l'assegno è stato incassato o depositato) alla banca che paga (la banca contro la quale l'assegno è stato emesso), registra i trasferimenti e aumenta o diminuisce la disponibilità di contanti nei conti correnti interessati. Questo tipo di servizio è stato riconosciuto da tutti come il sistema di pagamento più appropriato per effettuare operazioni di Financial EDI.
Per la precisione ed efficienza che lo contraddistinguono, l'EDI ha contribuito alla diffusa accettazione, tra le banche, di tutti i servizi di Remote Banking . Infatti attraverso questi nuovi strumenti telematici è stato possibile fornire, a partire dai primi anni '80, il servizio di home banking . La potenza di calcolo dei PC è aumentata rapidamente, mettendo in grado il cliente di avere a disposizione una stazione di lavoro in grado di collegarsi alla banca per scambiare dati finanziari. I servizi di home banking hanno potuto così espandere la propria clientela e portare i loro benefici anche alle piccole imprese. Fino al 1994, circa, questi servizi erano molto costosi perché i supporti trasmissivi dovevano essere affittati a costi elevati, sicuramente non alla portata di un'utenza famigliare. Dal 1994 in poi due fattori hanno rivoluzionato questo settore informatico: la liberalizzazione di Internet e la verifica sperimentale che l'ambiente web fosse veramente adeguato alla transazione di documenti finanziari così delicati. Internet ha portato così all'allargamento della platea di utenti di questi nuovi servizi, gettando anche le basi per una maggiore dimestichezza con le "operazioni elettroniche" e quindi anche con il trading on line . Fino ad allora, infatti, per operare nel mercato azionario bisognava rivolgersi a un broker, cioè a un intermediario finanziario. Le funzioni proprie del broker sono essenzialmente due: l'intermediazione in senso stretto, ovvero la compravendita di titoli dal proprio terminale connesso al circuito telematico, e la consulenza, ossia la partecipazione attiva alle decisioni di investimento del risparmiatore. Alcune società di intermediazione ebbero l'intuizione di predisporre un servizio che riducesse le commissioni e al tempo stesso permettesse all'investitore esperto di fare a meno della consulenza del broker . Il risultato fu il discount brokerage , ovvero l'intermediazione scontata, che di fatto è il precursore all' on line trading . Nei primi mesi del 1996, la Security and Exchange Commission , l'omologo americano della Consob italiana, ha espresso parere favorevole all'offerta dell' on line trading da parte delle case di brokeraggio statunitensi, che da quel momento hanno dato il via ad un vero e proprio crollo del costo di commissione per le transazioni eseguite dagli investitori privati. L' on line trading è il servizio che consente agli investitori comuni di effettuare compravendita di titoli del mercato finanziario via Internet. Le dotazioni minime richieste al risparmiatore intenzionato ad operare via web sono un personal computer di medie prestazioni, un modem, un contratto di abbonamento a un provider , e naturalmente un contratto di negoziazione con una società che offra il servizio di on line trading . Negli Usa è un fenomeno ormai radicato, in Europa invece, la possibilità di negoziare azioni e altri valori direttamente dal proprio PC è agli inizi. Uno studio condotto dalla società Jupiter Communications [2] prevede che entro il 2003 gli utenti Internet investiranno nei servizi di brokeraggio online più di 3.000 miliardi di dollari, contro i 415 miliardi del 1998.
[1] Jan Jaben, Edi, di più.. più in fretta, S.I.A.M. n° 3 agosto 1989
[2] informazione riportata in "Do it your news"-Finanza- del 5 ottobre 1999.
Dott. Pietro Favè
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