È l'aggregato monetario più ristretto, comprendente le banconote, i depositi a vista e i traveler's cheque.
È il secondo aggregato monetario che oltre alle componenti di M1 comprende depositi vincolati e a tempo determinato, investimenti in fondi monetari di soggetti fisici, depositi e pronti contro termine in overnight.
È il terzo aggregato monetario, comprendente oltre alle componenti M1 e M2 anche i pronti contro termine di grande controvalore, le quote di fondi monetari in possesso di investitori istituzionali, e i depositi vincolati di grande dimensione.
Ramo della scienza economica che ha lo scopo di individuare le relazioni esistenti tra le grandezze economiche che caratterizzano un sistema nella sua globalità. La macroeconomia studia, per esempio, la relazione tra i tassi d'interesse e le attività economiche, oppure la relazione tra reddito nazionale e disoccupazione. Lo studio della macroeconomia consente anche l'individuazione delle azioni più utili nel campo della politica monetaria e fiscale.
È l'acquisizione di una società effettuata dai dirigenti di un'altra società o di una società dello stesso gruppo o, ancora, di una società fornitrice o acquirente, mediante un finanziamento esterno.
È l'acquisizione di una società effettuata dai suoi stessi dirigenti, mediante un finanziamento esterno.
Figura in sottordine di un loan agreement, avente funzioni subordinate al lead-manager.
Mandante o persona che agisce in nome e per conto proprio in una transazione, anche in qualità di dealer o di market maker. È anche il valore capitale, cioè l'importo di un credito o di un debito esclusi gli interessi.
Nelle operazioni che riguardano titoli o strumenti derivati, è la percentuale del controvalore dei titoli in posizione (acquistati o venduti allo scoperto) che deve essere mantenuta in contante o in titoli di Stato dall'intermediario, a garanzia delle possibili variazioni di valore dell'investimento. La somma residua, indispensabile per il finanziamento dell'operazione, è presa a prestito dall'intermediario. Per ciò che riguarda invece la gestione delle aziende di credito, il margine è la differenza tra il valore di mercato del bene detenuto in garanzia e il valore nominale del relativo finanziamento. Con margine si indica anche la differenza tra il costo percentuale dei depositi passivi e il ricavo percentuale dei finanziamenti effettuati, differenza che viene anche chiamata "spread".
Indice utilizzato in analisi finanziaria che descrive la relazione esistente tra profitto lordo e fatturato netto. Relazione espressa mediante il rapporto tra gli stessi, che indica quanta parte del fatturato si trasforma in profitto.
Nell'analisi dei rapporti di bilancio, è il margine prudenziale che viene considerato idoneo, per esempio un determinato livello massimo del rapporto tra indebitamento e mezzi propri. Per i titoli convertibili o redimibili anticipatamente, l'intervallo di tempo che va dall'emissione al momento in cui si può esercitare tali diritti.
Per le banche rappresenta la differenza tra il ricavo dagli impieghi e dalle commissioni e il costo dovuto ai depositi e alle spese operative.
È il livello minimo di contante o titoli di Stato che deve essere mantenuto in un conto titoli aperto presso un intermediario, che permette di operare al margine, anche quando condizioni di mercato particolarmente vantaggiose permetterebbero di ridurre il margine in effetti necessario.
È il differenziale di tasso di interesse tra due strumenti finanziari denominati in due divise differenti, valutato al netto del costo della copertura della posizione in data futura.
È la differenza tra i ricavi espressi come la percentuale del totale degli impieghi e i costi espressi come la percentuale del capitale e dei depositi contratti dalla banca. Il margine netto di interesse è una delle misure fondamentali per calcolare la redditività di una impresa.
Il take down, nelle operazioni sindacate di sottoscrizione di titoli, generalmente obbligazioni municipali americane, è il guadagno della banca d'investimento che ha sottoscritto i titoli. È generato dalla differenza fra il prezzo di collocamento e il prezzo a cui i titoli verranno offerti agli investitori. Nelle emissioni, il take down è la quota dei titoli che viene attribuita a ognuna delle banche di investimento interessate al collocamento. Nelle operazioni bancarie commerciali, il termine sta a indicare la parte della linea di credito realmente utilizzata dal soggetto finanziato.
È un soggetto che si impegna a fornire continuativamente quotazioni in denaro e lettera riferite a uno o più beni di investimento, e a rispettare e soddisfare le applicazioni su ammontari minimi prefissati, da parte di altri soggetti. Un esempio sono gli operatori principali del mercato dei titoli di Stato, obbligati a fornire quotazioni su un determinato numero di titoli lungo tutto il corso della giornata di contrattazione.
Formazione di picchi di prezzo successivi, ciascuno dei quali è posto a un livello superiore rispetto a quello precedente.
Termine utilizzato in analisi tecnica che definisce la formazione grafica nella quale i massimi di prezzo, progressivamente segnati da un titolo, sono sempre più bassi.
Nelle operazioni di emissione, clausola che obbliga i partecipanti al sindacato di collocamento a esercitare il massimo impegno per collocare sul mercato i titoli emessi, senza però costringerli a comprare quelli che eventualmente non dovessero essere assorbiti dal mercato.
Nelle operazioni di emissione, clausola che obbliga i partecipanti al sindacato di collocamento a esercitare il massimo impegno per collocare sul mercato i titoli emessi, senza però costringerli a comprare quelli che eventualmente non dovessero essere assorbiti dal mercato.
Materia prima di cui si è effettivamente in possesso tramite un contratto d'acquisto correttamente eseguito. Al contrario i future relativi a materie prime si riferiscono a un obbligo d'acquisto o vendita fissato in data futura.
Nel caso di esecuzione di contratti future, la materia prima effettivamente consegnata.
Materia prima che viene trattata con l'intenzione di eseguire materialmente la consegna al momento dell'esecuzione del contratto di compravendita. Nel mercato dei future, invece, le posizioni vengono generalmente chiuse prima della scadenza con operazioni di segno opposto.
Prodotti allo stato grezzo trattati sui mercati spot e futures: oro, petrolio, cereali, ecc.
È la durata di un'emissione di titoli, calcolata al momento stesso dell'emissione. Rappresenta il periodo di tempo compreso tra il primo collocamento dei titoli e l'ultimo pagamento di cedola generato dal prestito. Viene invece definita maturità corrente l'intervallo di tempo tra il momento corrente e quello dell'estinzione.
Strumento di carattere statistico utilizzato in analisi tecnica che permette di smussare le oscillazioni irregolari nell'andamento di una serie temporale di dati, ed evidenziare in questo modo una dinamica più regolare del fenomeno. Le medie mobili più comunemente utilizzate sono quelle costruite sui prezzi di beni di investimento per potere inviduare il "trend", ovvero la tendenza di breve o lungo periodo del prezzo. Una media mobile semplice si costruisce facendo la somma dei prezzi di un numero fisso di giorni, e spostando in avanti lo stesso numero di giorni calcolando la media di intervalli successivi.
Tecnica operativa che prevede l'acquisto di quantità variabili di titoli man mano che il prezzo dello stesso sale, con l'obiettivo finale di avere un prezzo medio inferiore a quello di mercato.
L'acquisto di pacchetti del medesimo titolo in momenti successivi, quando il prezzo dello stesso diminuisce gradatamente, con lo scopo finale di avere un prezzo medio dei titoli inferiore a quello del primo acquisto.
È il luogo dove si incontrano domanda e offerta di uno o più beni o servizi, e dove questo incontro porta alla definizione di un prezzo a cui i venditori sono disposti a cedere i propri beni e gli acquirenti a comperarli. Beni o servizi possono essere: capitali, azioni, titoli di debito, valute, strumenti derivati, ecc.
Mercato dove avvengono contrattazioni di titoli azionari.
Mercato di market maker dove i prezzi di acquisto e di vendita di un bene d'investimento sono uguali. È una situazione di tipo transitorio che si verifica nel caso vi sia una grande attività con un gran numero di venditori e compratori, o nel caso in cui, come nel mercato dei cambi, le due controparti non posseggano linee di credito sufficienti a permettere la conclusione dell'affare. È anche chiamato "choice market" perché un terzo operatore può decidere di acquistare oppure di vendere allo stesso prezzo.
Mercato nel quale il prezzo viene determinato dall'incontro tra la domanda e l'offerta, senza che vi partecipino soggetti aventi obiettivi differenti da quello della massimizzazione del profitto.
Il mercato in cui vengono trattati titoli per immediata consegna. L'attuazione dell'operazione avviene con il pagamento e la consegna fisica del bene, generalmente da uno a più giorni dopo la stipula del contratto, per consentire sia il trasporto del bene sia l'esecuzione dei mandati di pagamento e consegna.
Mercato dei cambi in cui l'oscillazione delle valute è mantenuta entro margini prefissati da parte delle autorità monetarie dei Paesi coinvolti, e dove l'influenza del mercato è meno decisiva rispetto ai cambi totalmente liberi.
Mercato in cui i prezzi hanno la tendenza al ribasso e le operazioni effettuate sono molto limitate.
È il mercato dove sono quotate e trattate le valute differenti da quella nazionale. Estensivamente, lo stesso termine definisce ogni mezzo di pagamento che ha corso legale nei Paesi stranieri, o che si può impiegare per i pagamenti di tipo internazionale.
Così definito il mercato finanziario in senso stretto, nel quale vengono trattati capitali e titoli rappresentativi di capitale, a cui partecipano società, autorità pubbliche ed enti sovranazionali, in grado di offrire agli investitori un'ampia possibilità di scelta.
Mercato nel quale sono quotati i prezzi per beni d'investimento la cui consegna va al di là della valuta spot. Le due controparti stabiliscono le condizioni del contratto al momento della stipula, condizioni che diverranno valide al momento dell'esecuzione.
È il mercato dove, data l'elevata domanda, il prezzo di vendita di un bene è determinato solo dai pochi venditori esistenti che dominano la contrattazione.
Si definisce efficiente un mercato nel quale le valutazioni espresse nei prezzi dei titoli rispecchiano tutte le informazioni pubblicamente accessibili.
Mercato internazionale, di carattere prevalentemente bancario, in cui sono trattati i depositi in eurodivise, le eurobbligazioni, i cambi e i crediti consorziati.
È il mercato in cui sono scambiati capitale e credito, dove le principali componenti sono: il mercato monetario (riguardante gli scambi a breve termine), il capital market (riguardante gli scambi a medio e lungo termine), il mercato azionario e quello dei cambi.
È un mercato non ufficiale, che sfugge al controllo di qualsiasi autorità. Agisce alla condizione "se e quando emesso" nell'intervallo di tempo che passa fra il primo giorno di un'emissione obbligazionaria e il momento in cui verrà fatto il primo prezzo sul mercato ufficiale.
È un mercato caratterizzato da un basso volume di contrattazione e da elevati differenziali di quotazione. In queste condizioni, operazioni di dimensioni limitate sono comunque in grado di provocare ampie oscillazioni di prezzo.
Componente del mercato finanziario dove vengono scambiati capitali e strumenti debito a breve termine, con scadenze che in maggioranza sono inferiori a un anno.
Rappresenta tutti i mercati dove vengono trattati beni di investimento in maniera non standardizzata, cioè senza l'intervento di una Borsa valori dove avvengono le contrattazioni.
Metodo di contrattazione di titoli che si basa sul trasferimento degli stessi e sulla formazione del prezzo in maniera da riflettere sempre le caratteristiche di un mercato il più possibile concorrenziale. I mercati borsistici sono solitamente "two sides" (a doppio lato) poiché le offerte di prezzo vengono fatte sia da chi vende che da chi acquista. I mercati per aste dei titoli di Stato sono, al contrario, di tipo unidirezionale, poiché le offerte di prezzo vengono fatte da vari soggetti in relazione a un unico offerente. Lo Stato, secondo il tipo di asta, può assegnare i titoli a chi ha offerto i prezzi più alti esaurendo l'ammontare totale dell'emissione scendendo gradatamente di prezzo.
Mercato privo di specifici interessi da parte degli operatori, e che quindi non presenta oscillazioni rilevanti dei prezzi.
È il mercato dove si incontrano emittenti a titoli e soggetti interessati alla sottoscrizione e all'acquisto. Si differenzia dal mercato secondario, dove le operazioni di compravendita avvengono su titoli che sono già in circolazione.
Mercato in cui i prezzi tendono per la maggior parte al ribasso.
Mercato in cui i prezzi tendono per la maggior parte al ribasso.
È il mercato in cui vengono trattati titoli emessi e sottoscritti nel mercato primario già posseduti dagli investitori, che una volta contrattati entrano a far parte del mercato secondario.
Mercato dominato dall'inattività, con limitate operazioni realizzate e nel quale le quotazioni sono volatili con rilevanti differenze tra prezzo di acquisto e quello di vendita.
È il mercato in cui tutte le operazioni di acquisto e vendita si concludono con l'effettiva consegna del bene oggetto della transazione. Per i future, al contrario, esiste unicamente l'obbligo per il venditore e per il compratore di concludere un contratto di compravendita a una data futura e alle condizioni fissate inizialmente.
Situazione di mercato caratterizzata da un elevato volume di contrattazioni, in cui gli spread fra prezzo di acquisto e di vendita di quel determinato bene d'investimento, sono molto bassi.
Il mese in cui si deve consegnare o ricevere il bene oggetto del contratto future. Front months sono i mesi vicini alla data attuale, Back months quelli più lontani.
Nel campo delle contrattazioni di strumenti derivati viene così definito il mese di scadenza degli stessi che si allontana di più da quello più vicino per scadenza. È in pratica il mese più lontano nel tempo di cui le autorità di Borsa hanno permesso la quotazione. Al contrario, il mese più vicino è definito "nearest month".
Pratica contabile nella quale i costi e i ricavi vengono assegnati all'esercizio in cui sorgono, senza considerare se ci sono state eventuali movimentazioni di contante. Al contrario il "Cash Basis" (Metodo di cassa) evidenzia i costi e ricavi di competenza dell'esercizio unicamente sulla base della reale movimentazione di fondi.
Procedimento di ammortamento di immobilizzazioni tramite il quale si attribuiscono come costi di esercizio quote di ammortamento che si dimezzano di anno in anno fino a raggiungere la concorrenza del valore di iscrizione in bilancio del bene in oggetto.
In contabilità, pratica che prevede di imputare la totalità dei ricavi originati dalla conclusione di un contratto pluriennale nell'anno in cui questo è stato concluso, ma di imputare le possibili perdite nell'anno in cui sono state accertate o sono in previsione e quindi non sostenute effettivamente.
È quello che resta di un'azienda una volta soddisfatti tutti i debitori. I mezzi propri sono rappresentabili dal totale delle attività meno le passività. Nelle società per azioni rappresentano il bene su cui gli azionisti possono far valere i loro diritti. Per ciò che riguarda i rapporti con gli intermediari in titoli, i mezzi propri indicano il saldo del valore dei titoli posseduti dal cliente, che si calcola sottraendo dal totale dei titoli esistenti in portafoglio il valore di quelli che sono stati acquistati dando in garanzia gli stessi titoli. Nella pratica bancaria i mezzi propri indicano la differenza tra il prezzo di mercato di un bene e il totale delle garanzie che hanno per oggetto tale bene, in pratica ciò che rimane dopo che il bene è stato venduto e sono stati pagati i debiti garantiti dallo stesso.
Il capitale di rischio di pertinenza degli azionisti. È dato dalla differenza tra il totale delle attività e il totale delle passività.
Totale fra i mezzi propri di un'azienda e il debito subordinato, cioè un debito che non è privilegiato.
La differenza esistente tra le attività totali e le passività riportate in bilancio, al netto delle attività immateriali. Viene impiegata nell'analisi finanziaria per qualificare la struttura del capitale di un'azienda.
È il ramo dell'analisi economica che si occupa dell'interpretazione dei comportamenti e delle relazioni tra i singoli soggetti economici, e che quindi studia il comportamento dei consumatori, delle imprese, delle famiglie, ecc.
È un'obbligazione a tasso d'interesse variabile che è compreso tra un minimo e un massimo.
Il punto minimo in una sequenza consecutiva di dati, come il prezzo minimo di un titolo in un preciso intervallo di tempo, o il valore minimo toccato da un indicatore di attività economica (in questo caso si parla di minimo del ciclo economico).
Il punto minimo in una sequenza consecutiva di dati, come il prezzo minimo di un titolo in un preciso intervallo di tempo, o il valore minimo toccato da un indicatore di attività economica (in questo caso si parla di minimo del ciclo economico).
Il prezzo più basso segnato da un bene d'investimento in un determinato periodo di tempo.
Incremento di prezzo, nelle operazioni in titoli, equivalente a quello minimo registrabile sul mercato. Per esempio una quotazione che passa da 500 lire a 501 lire.
È una rappresentazione semplificata di una realtà economica (solitamente in termini quantitativi) utilizzata per interpretare il funzionamento di una struttura o effettuare previsioni sull'andamento di grandezze prese come riferimento, oppure per prevedere le reazioni di un aggregato al variare di altri aggregati economici. I modelli più comuni sono senz'altro quelli di estrazione statistico-matematica, chiamati modelli econometrici
Modello teorico, ideato nel 1973 da Black e Scholes, utilizzato per la valutazione di un contratto di option, utilizzando parametri quali il livello dei tassi d'interesse, il prezzo corrente dello strumento sottostante, il prezzo d'esercizio, il tempo residuo fino all'esercizio e la volatilità dei rendimenti dei titoli sottostanti all'opinione stessa.
Modello teorico, ideato nel 1973 da Black e Scholes, utilizzato per la valutazione di un contratto di option, utilizzando parametri quali il livello dei tassi d'interesse, il prezzo corrente dello strumento sottostante, il prezzo d'esercizio, il tempo residuo fino all'esercizio e la volatilità dei rendimenti dei titoli sottostanti all'opinione stessa.
Modello utilizzato per la valutazione del prezzo dei titoli azionari, dove il valore attuale dei dividendi futuri è uguale al prezzo massimo pagato da un investitore che vuole ottenere un certo rendimento dal titolo.
Modulo, materialmente separato dal titolo, utilizzato per il passaggio di una obbligazione da un soggetto a un altro.
Modulo, materialmente separato dal titolo, utilizzato per il passaggio di una obbligazione da un soggetto a un altro.
È il concetto utilizzato per spiegare la dinamica di accrescimento di quei fenomeni economici sottoposti a shock. I moltiplicatori più usati sono quello del credito e quello del reddito. Il moltiplicatore del reddito spiega come un certo incremento degli investimenti provoca una crescita del reddito degli individui, che ne destineranno una parte ai consumi e una parte al risparmio, finanziando in questo modo ulteriori investimenti in un circolo virtuoso. Il moltiplicatore della moneta permette di determinare gli effetti di accrescimento sulla base monetaria di un aumento dell'offerta di moneta: una parte di moneta che una banca riceve viene accantonata a riserva, mentre l'altra resta in circolazione e potrà essere depositata in un'altra banca, la quale dopo avere accantonato la riserva rimetterà in circolo nuova moneta, e così via.
Situazione creata dall'immissione di moneta nel sistema creditizio, che espandendosi tra le banche ed essendo trattenuta parzialmente come riserva obbligatoria, provoca un incremento dell'offerta di moneta superiore alla quantità immessa inizialmente.
Metodologia d'incremento della posizione di un soggetto, in titoli, ecc. tramite l'uso di finanziamenti a circolo chiuso, come l'ottenimento di finanziamenti presentando in garanzia crediti ottenuti presso altre istituzioni.
Espressione usata nei riguardi di contratti di option con un'evidente differenza fra il prezzo di esercizio dell'opzione e quello corrente dello strumento sottostante. Una call option viene definita "in the money" nel caso il prezzo di esercizio sia inferiore a quello di mercato dello strumento, per una put option abbiamo il caso inverso.
È l'indicatore che in analisi tecnica rappresenta l'accelerazione del prezzo di un titolo. Un'azione con momentum elevato significa che ha prodotto grandi variazioni di prezzo in brevi periodi di tempo.
Tutto ciò che può essere utilizzato per adempiere a obbligazioni finanziarie e che non può non essere accettato dal creditore. Deve poter essere usata come mezzo di scambio e anche per accumulare ricchezza, così come deve poter essere usata per la misurazione del potere di spesa, cioè per la conclusione di transazioni di beni o servizi.
Economista appartenente alla scuola di pensiero (Monetarismo) che ha come punto centrale della propria teoria economica l'offerta di moneta. Secondo i monetaristi l'espansione o la contrazione monetaria hanno effetti puramente transitori sulle variabili reali dell'economia come la produzione e l'occupazione, mentre influiscono direttamente e in maniera duratura solo sul livello dei prezzi.
Condizione dove un'impresa è l'unica offerente di un prodotto sul mercato grazie a una specifica disposizione legislativa, la quale oltre a rilasciare l'autorizzazione unica alla produzione, solitamente stabilisce norme obbligatorie di fissazione delle tariffe.
Nota società di analisi finanziara la cui attività è la valutazione del grado di solvibilità di imprese o autorità pubbliche che hanno emesso titoli di debito. Ogni analisi viene conclusa con un "rating", che è una valutazione finale qualitativa della bontà del titolo emesso dalla società in esame.
È un certificato di deposito pluriennale composto da una serie di singoli certificati di deposito a scadenza inferiore all'anno, solitamente sei mesi, rinnovati man mano che scadono, lungo il corso dell'operazione.
Si tratta di mutui a tasso fisso aventi la caratteristica di richiedere pagamenti minori nel periodo iniziale che crescono con il passare del tempo, allo scopo di favorire quei soggetti, generalmente giovani, che dispongono di un reddito che crescerà con il passare del tempo.
Sono mutui ipotecari che vengono emessi per finanziare gli investimenti nel campo dell'edilizia residenziale. Chi acquista i titoli, enti creditizi o investitori istituzionali, mette a disposizione il capitale necessario a costruttori di immobili residenziali che offrono in garanzia il bene di cui verrà realizzata la costruzione.
Tipo di mutuo ipotecario nel quale il finanziatore dell'acquisto dell'immobile concede un prestito a tassi fissi, inferiori a quelli di mercato, ma si assicura la possibilità di partecipare all'aumento di valore dell'immobile con il trascorrere del tempo.
Tipo di mutuo ipotecario durante la vita del quale, vengono effettuati pagamenti a solo titolo di interesse, mentre il rimborso del capitale sottostante viene effettuato in un'unica soluzione alla scadenza.
È un titolo di debito a lungo termine, anche fino a 30 anni, garantito da un diritto reale su un bene immobile, sul quale viene costituita un'ipoteca. Il soggetto finanziato si impegna a corrispondere regolarmente i pagamenti delle quote capitale e gli interessi del prestito ottenuto, fino a quando l'ipoteca verra estinta, e cioè nel momento in cui il piano di ammortamento del debito sarà ultimato.
È un mutuo ipotecario in cui le condizioni del prestito sono rinegoziate periodicamente, secondo le caratteristiche del contratto sottostante.
Genere di mutuo ipotecario il cui tasso d'interesse è fisso per tutto il periodo, mentre il montante residuo dell'operazione è aumentato sulla base dell'andamento di un indice dei prezzi, come per esempio l'inflazione.
È un mutuo ipotecario che permette al soggetto finanziato di trarre ulteriori fondi dal bene ipotecato, che saranno equiparati in tutto a quelli ricevuti nel momento del finanziamento iniziale. Per esempio, la clausola permette al debitore di aumentare il debito tramite l'emissione di titoli garantiti dallo stesso bene, con una scadenza uguale a quelli iniziali, solamente dopo che sono state pagate con regolarità un certo numero di rate di rimborso.
Prestito garantito da ipoteca su beni immobili, in cui i beni non possono essere utilizzati come garanzia per ulteriori finanziamenti e dove il rimborso anticipato è sottoposto al benestare dei possessori dei titoli di credito vincolati al prestito.
È un finanziamento a lunga scadenza, anche fino a 40 anni, che utilizza come garanzia ipoteche su immobilizzazioni commerciali.
Titolo obbligazionario, a tasso fisso o variabile, privo di garanzie da parte di qualsiasi autorità pubblica.
Mutuo ipotecario per il quale sono previste rate di pagamento ogni due settimane.
Mutuo ipotecario per il quale sono previste rate di pagamento ogni due settimane.
È un genere di mutuo ipotecario che permette al beneficiario di trasferire l'ammontare rimanente del finanziamento, alle medesime condizioni di scadenze e tasso d'interesse, su un immobile differente, in caso di vendita della prima abitazione e riacquisto contemporaneo di una seconda casa.
Operazione finanziaria in titoli connessa a un mutuo legato a un'ipoteca di secondo o terzo grado. Causa la minore garanzia di rimborso, dovuta alla presenza di una garanzia privilegiata derivante dall'ipoteca primaria, questi titoli offrono normalmente rendimenti superiori alla media di mercato per strumenti similari.
Garanzia prestata su beni mobili, come gioielli, preziosi o autovetture, a fronte di un finanziamento personale.
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