Ordine impartito all'intermediario in titoli, solitamente avente un limite di prezzo, che resta valido per tutta la durata del mese corrente, che se non è eseguito viene cancellato.
L'assegnazione di un'attribuzione monetaria a un bene oggetto di un probabile scambio.
È la somma di denaro che, in condizioni di equità, può essere scambiata nel momento attuale con una somma che sarà disponibile in futuro. Rappresenta quel capitale che dopo un certo intervallo di tempo e sulla base di un tasso d'interesse si sarà accresciuto fino a essere uguale alla somma presa in considerazione.
Somma algebrica della totalità dei flussi di cassa originati da un investimento, in un istante qualsiasi. Nel caso questo valore risulti positivo (calcolato usando un tasso di rendimento adatto) l'investimento risulta conveniente.
Il prezzo medio di un paniere di titoli in un preciso momento, misurato per poter descrivere successivamente, con il trascorrere del tempo, l'andamento del mercato in relazione alle variazioni del valore dei titoli rispetto al valore preso come riferimento.
Il prezzo medio di un paniere di titoli in un preciso momento, misurato per poter descrivere successivamente, con il trascorrere del tempo, l'andamento del mercato in relazione alle variazioni del valore dei titoli rispetto al valore preso come riferimento.
Prezzo di esecuzione di una contrattazione in titoli tra un acquirente e un venditore, ambedue consenzienti e muniti delle stesse informazioni tali da influire sulle loro scelte al riguardo.
In contabilità, indica il valore a cui un bene o un'attività sono iscritti nel bilancio societario. Secondo la pratica seguita, può essere pari al valore di mercato o può essere dato dalla differenza tra il valore d'acquisto e la somma degli ammortamenti già effettuati. In analisi finanziaria è il valore netto per titolo degli investimenti (Net Asset Value), ottenuto sottraendo al totale delle attività le immobilizzazioni immateriali, le passività correnti e i titoli azionari privilegiati o a reddito fisso, e dividendo il valore ricavato per il numero di obbligazioni o di azioni, secondo lo scopo della valutazione.
In contabilità, indica il valore a cui un bene o un'attività sono iscritti nel bilancio societario. Secondo la pratica seguita, può essere pari al valore di mercato o può essere dato dalla differenza tra il valore d'acquisto e la somma degli ammortamenti già effettuati. In analisi finanziaria è il valore netto per titolo degli investimenti (Net Asset Value), ottenuto sottraendo al totale delle attività le immobilizzazioni immateriali, le passività correnti e i titoli azionari privilegiati o a reddito fisso, e dividendo il valore ricavato per il numero di obbligazioni o di azioni, secondo lo scopo della valutazione.
È il prezzo di un bene di investimento, che ha origine da contrattazioni efficienti fra soggetti informati in un mercato concorrenziale, che è quello in cui esiste una pluralità di soggetti ognuno dei quali non può influenzare il prezzo di equilibrio, che si forma unicamente per effetto dell'incontro tra domanda e offerta. Per quanto riguarda le contrattazioni in titoli, il prezzo di mercato è quello a cui si effettuano le compravendite in un preciso istante. In contabilità, il valore di mercato è dato invece dal supposto ricavo della vendita di un bene a cui vanno sottratti gli oneri di trasporto, manutenzione e assicurazione, e nel caso dei semilavorati, quelli necessari per il completamento del processo produttivo.
Somma di denaro che l'istituto assicurativo paga al possessore di una polizza vita in cambio della cancellazione della stessa. Questa somma viene valutata come ammontare finanziabile da una banca, nel caso di un prestito che abbia come garanzia la polizza.
Valore di un titolo riportato sul certificato dello stesso. Per esempio, le obbligazioni sono solitamente emesse a un valore nominale pari a 100 e da tale valore nominale si calcola conseguentemente il flusso cedolare. Il prezzo di mercato del titolo normalmente non è uguale al valore nominale, ma presenta un premio (cioè è superiore) o uno sconto (cioè è inferiore).
Generalmente riferito a un contratto di option, è il beneficio eventualmente ricavabile, pari alla differenza tra il prezzo dell'opzione e quello di mercato, esercitando il diritto d'opzione.
Per quanto riguarda i fondi comuni di investimento, è il valore ottenuto dalla differenza tra il totale degli investimenti e le passività del fondo, e cioè dal valore dei titoli in portafoglio comprensivo dei ratei d'interesse sulle cedole meno i debiti imputabili al fondo comune. Questo valore è solitamente diviso per il numero delle quote esistenti, per ricavare il valore di rimborso di queste ultime. Per quanto riguarda i bilanci societari rappresenta il valore del patrimonio imputabile a una certa classe di titoli della società.
È il valore nominale di un titolo. Questo termine indica pure il cambio ufficiale in vigore tra due valute legate da un rapporto di conversione fissa.
È il valore di mercato di un bene alla fine di un'operazione finanziaria che ne aveva finanziato l'acquisto. È anche il valore di un bene che è stato interamente ammortizzato lungo il periodo del suo utilizzo.
Nei contratti di option, è quella parte del prezzo del contratto, che dipende solamente dal tempo mancante alla scadenza. Nelle operazioni di acquisto di titoli azionari con lo scopo di ottenere il controllo della società, il valore temporale del titolo è la differenza di prezzo dovuta al periodo di tempo che deve trascorrere prima che il titolo venga acquistato.
Una delle principali valute utilizzate come mezzo di pagamento delle transazioni commerciali internazionali, e che perciò viene detenuta in proporzione variabile nelle riserve delle Banche centrali. Sono considerate key currency: il dollaro, lo yen giapponese, il marco tedesco e in misura inferiore la sterlina.
Data in cui un determinato importo è disponibile in un conto e a partire dalla quale il suddetto importo inizia a fruttare interessi.
Sistema utilizzato sul mercato dei cambi per lo scambio, tra due controparti, di valute diverse al giorno di regolamento al cambio vigente sul mercato in quel momento.
Divisa straniera privilegiata dagli investitori internazionali per la solidità dell'economia del Paese, per l'utilizzo in caso di effettuazione di pagamenti internazionali e per la costituzione di riserve in valuta presso la Banca centrale di un Paese.
È una divisa la cui quotazione non è soggetta unicamente all'interazione tra domanda e offerta, ma è influenzata dalle operazioni di mercato delle Banche centrali di uno o più Paesi, i quali, secondo l'obiettivo che vogliono raggiungere, ne incrementano o ne diminuiscono la quantità in circolazione. In questo modo il cambio risulta vincolato agli obiettivi di politica monetaria di un Paese.
È l'assegnazione di una valutazione solitamente qualitativa alla bontà di uno strumento di debito o di un soggetto debitore, che quindi prende in esame la solidità, la sicurezza, e la capacità presente e futura di rimborso del debito esistente. Il rating viene effettuato da società specializzate come Moody's o Standard and Poor's.
Procedimento di rivalutazione giornaliera di un portafoglio di beni di investimento sulla base dei prezzi espressi dal mercato, che differisce da quello in cui il valore del portafoglio è calcolato sulla base dei costi storici di acquisizione dei beni. Fino al momento in cui i beni non saranno fisicamente rimossi dal portafoglio, ogni giorno verrà calcolato un profitto o una perdita puramente contabile, appurata solo al momento della chiusura della posizione. Un esempio è dato dai conti in titoli, che operano con il sistema del margine, dove tutti i giorni, sulla base delle quotazioni di mercato, l'intermediario valuta il profitto o la perdita di una posizione e se necessario a richiedere all'investitore nuovi fondi a garanzia della posizione.
Valutazione di un'impresa che tiene conto oltre che del valore dei mezzi propri anche del contributo fornito dall'essere funzionante e produttiva, con mercati di approvvigionamento e di sbocco già aperti. Viene chiamato avviamento (goodwill) la differenza fra i due valori.
Metodo d'analisi e classificazione di un portafoglio crediti in grado di attribuire allo stesso un giudizio qualitativo, in base alla probabilità di rimborso puntuale e completo dei prestiti ottenuti.
È il giudizio, espresso generalmente per mezzo di una scala di valori qualitativi, della solidità e della consistenza patrimoniale propria di un titolo. Tale analisi viene effettuata da parte di istituti finanziari specializzati.
È la differenza tra il prezzo di chiusura di un titolo e quello di chiusura del giorno precedente.
La minima differenza di prezzo che deve esistere tra due quotazioni diverse di un bene d'investimento. Questo numero varia a seconda dell' entità del prezzo di riferimento.
Differenza tra la quotazione corrente di un bene d'investimento e quella di chiusura del giorno anteriore o posteriore di un intervallo di tempo fisso.
La differenza che esiste tra due entità direttamente confrontabili, come per esempio due voci di bilancio riferite ad anni consecutivi o tra la previsione di un valore e quello che si è effettivamente realizzato. In statistica il termine indica un'esatta misurazione della variabilità di una serie di valori.
Espressione impiegata in macroeconomia per indicare in quale misura una singola unità di moneta venga utilizzata per transazioni in uno specifico ambito temporale. Maggiore è la velocità, più volte viene impiegata la moneta dai soggetti economici come le imprese, le famiglie, ecc. Un sistema per calcolare la velocità di circolazione della moneta è quello di effettuare il rapportotra il Pil (Prodotto interno lordo) e lo stock di moneta disponibile.
L'ordine di vendita dato all'intermediario dal possessore di numerosi titoli dello stesso tipo, dei quali si vuole liberare gradatamente. Il broker avrà il compito di eseguire l'ordine fino all'assorbimento massimo concesso dal mercato, ovvero fino al momento in cui non saranno soddisfatti tutti i prezzi di acquisto dei Market Maker.
Questo termine indica il contratto di cessione di un bene in seguito al pagamento in denaro del controvalore al prezzo stabilito. Nel bilancio, tale voce, rappresentanta generalmente il fatturato aziendale.
Indica il passaggio a terzi di frazioni di operazioni finanziarie sindacate. Possono essere interessate a tali cessioni, per esempio, le banche che non hanno partecipato al consorzio di finanziamento.
È la vendita di titoli in previsione di quotazioni in ribasso effettuata senza avere il possesso dei titoli stessi, per poi riacquistarli quando le quotazioni saranno inferiori.
La garanzia, che può essere richiesta in un contratto di vendita da parte di un fornitore di beni o servizi, gli consente di esigere la resituzione del bene nel caso in cui l'acquirente non abbia provveduto al totale o parziale pagamento di quanto dovuto.
È un contratto che permette a un soggetto di acquistare un bene e rivenderlo ad una società finanziaria, impegnandosi a prenderlo in locazione a lungo termine contro il pagamento periodico di canoni. Con tale operazione le attività dell'azienda vengono convertite in contante, mantenendo la possibilità di disporre del bene per il periodo prefissato.
È la prassi secondo la quale un operatore vende opzioni call e put su beni d'investimento, che ritiene rispettivamente sopra e sottovalutati, nell'ipotesi di incassare il premio senza dover sottostare all'esercizio da parte dell'acquirente delle opzioni.
Liquidazione forzata di un conto in titoli detenuto presso un intermediario finanziario, che si può verificare quando il titolare di un conto operante con il sistema del margine non ha provveduto a integrare la garanzia richiesta dal broker, o quando non vengono forniti i fondi necessari per il pagamento dei titoli acquistati, il che rende necessario recuperare i fondi sul mercato.
Vendita di titoli o altri beni di investimento durante un periodo di ribasso delle quotazioni, per evitare di conseguire perdite ancora maggiori in conto capitale.
L'ordine di vendita di un titolo che va eseguito solo se nel momento in cui il prezzo relativo all'ultima transazione è stato superiore a quello corrente.
Sistema di vendita di titoli abitualmente utilizzato presso la Borsa di New York in cui c'è un unico venditore di un blocco di titoli il quale sostiene tutte le commissioni di intermediazione, ma vende i titoli a vari acquirenti, allo stesso identico prezzo.
Vendite di titoli o altri beni di investimento eseguite al termine del periodo di riferimento per il calcolo dell'imposizione fiscale. Generalmente vengono attuate a condizioni tali da far risaltare le perdite in conto capitale, che permettono di abbassare il livello del reddito soggetto a imposizione.
Chi cede il diritto sottostante un contratto di opzione verso il pagamento di un premio, rimanendo soggetto alle decisioni dell'acquirente del contratto al momento della scadenza. A fronte di un profitto massimo dato dall'ammontare del premio, il venditore sostiene un rischio di perdita che può essere di notevoli dimensioni e comunque non è valutabile a priori.
Criterio seguito dalle banche per il controllo dei saldi dei conti correnti, che consiste nell'invio al cliente dell'estratto conto e nell'invito alla verifica dei saldi evidenziati.
La vita media di un prestito obbligazionario è un parametro che serve a valutare adeguatamente il profilo di rischio-rendimento di un particolare investimento obbligazionario.
Termine che indica un mercato in cui i prezzi tendono a presentare forti oscillazioni in rialzo o in ribasso. Mercati inefficienti o dominati da condizioni di rilevante incertezza, possono mostrare variazioni di prezzo apparentemente eccessive rispetto all'influenza che razionalmente si potrebbe attribuire alle notizie che giungono agli investitori.
Misura statistica della variabilità del prezzo di un bene d'investimento. La più utilizzata è laxdeviazionexstandard (Standard Deviation) che viene calcolata estraendo la radice quadrata della somma dei quadrati degli scarti dalla media dei singoli rendimenti mostrati dal prezzo in un periodo di tempo determinato e dividendola, successivamente, per il numero di dati sotto esame.
Condizione in cui l'alto ritmo delle contrattazioni di Borsa non consente di determinare i volumi di contrattazione dei singoli titoli per quantitativi inferiori alle cinquemila azioni.
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