Nelle scienze che studiano la vita, come la biologia e la medicina, gli scienziati non sono abituati a trattare con entità non materiali. La frase stessa fa pensare a fantasmi e spiriti. Ma nella fisica moderna la situazione è diversa. Qui gli scienziati hanno concetti che si applicano a molte entità non materiali, molte delle quali sono chiamate campi; anche se questi non sono materiali, per la maggior parte sono tuttavia associati con la materia. Essi comprendono, per esempio, il campo di flusso di un liquido in movimento, i campi elettrici ed elettromagnetici che circondano i corpi, i campi di temperatura dell'atmosfera e i campi di tensione all'interno di un solido compresso.
Esistono però altri campi che non richiedono la presenza della materia per avere significato. Essi non sono connessi a cose materiali e non potrebbero mai essere chiamati materiali: per esempio, il campo metrico nella Relatività generale, i campi di radiazione e parecchi campi astratti che si hanno in fisica nucleare.
Inoltre ci sono i campi di probabilità, che sono, come dice Margenau, fra gli elementi «osservabili» fondamentali in fisica quantistica insieme con quantità come posizione, velocità, massa ed energia. I campi di probabilità caratterizzano l'essenza della fisica quantistica, e svolgono un ruolo chiave nel modello di Margenau della Mente Universale.
L'idea che la mente potrebbe essere un campo non materiale, in grado di produrre mutamenti fisici nella realtà, non è stata accolta con entusiasmo dalla biologia moderna. I biologi solo con riluttanza stanno cominciando a rendersi conto, ammesso che lo facciano, che la mente non è fisicamente dipendente dal cervello e dal corpo e che non può essere compresa completamente in termini di chimica del cervello e di anatomia.
Il fisico inglese Paul Davies osserva: «La fisica, che ha aperto la strada a tutte le altre scienze, ora si sta muovendo verso una concezione della mente più accomodante, mentre le scienze della vita, seguendo il sentiero tracciato dai fisici del secolo scorso, stanno cercando di abolirla del tutto e cita l'osservazione del bioscienziato Harol questo «curioso rovesciamento»: quello che è successo è che in biologia un tempo ferventi sostenitori di un ruolo privilegiato per la mente umana nella gerarchia della natura, si sono spostati implacabilmente verso il crudo materialismo che caratterizzò la fisica del diciannovesimo secolo.
Nello stesso tempo, i fisici, di fronte a prove sperimentali inoppugnabili, si sono allontanati da modelli strettamente meccanicistici dell'universo, avvicinandosi a una visione secondo cui la mente ha un ruolo integrante in tutti gli eventi fisici. E' come se queste discipline si trovassero su due veloci treni lanciati in direzioni opposte e non vedessero quello che sta succedendo in mezzo ai binari.
Benché eretica, se osservata secondo l'ottica del materialismo biologico moderno, la visione di Margenau sulla natura non materiale della mente troverebbe un'accoglienza favorevole presso alcuni dei più grandi fisici del nostro secolo. Niels Bohr ha dichiarato: «Noi non possiamo trovare nulla in fisica o in chimica che abbia un sia pur remoto rapporto con la coscienza». Anche il suo contemporaneo Werner Heisenberg, il creatore del principio d'indeterminatezza nella fisica moderna, ha esposto la questione in termini categorici: «Non può esserci dubbio», ha affermato, «che la coscienza non esista in fisica e in chimica, e io non riesco a vedere come si potrebbe desumerne l'idea dalla Meccanica quantistica». Ciascuno a suo modo, questi fisici, Bohr, Heisenberg e Margenau, hanno assunto essenzialmente la stessa posizione: la coscienza non può essere pienamente spiegata dalle scienze fisiche così come sono attualmente intese.
Ecco una grossa riserva che molti biologi e filosofi avanzano nei confronti delle concezioni di Margenau riguarda la natura non materiale che egli attribuisce alla mente. Come può un'entità non materiale che è totalmente indipendente dalla materia fare una qualsiasi cosa?
Possono delle «cose» non materiali agire su cose materiali?
Margenau suggerisce la possibilità irrazionale che cose immateriali possano far muovere cose materiali. Ma nella Meccanica quantistica l'irrazionale ha finito per essere ammesso: le interazioni fra il non materiale e il materiale sono ormai date per scontate. Come osserva Marenau, «è noto che le interazioni fra l'immateriale e il materiale avvengono, anzi abbondano [nella fisica moderna]. Ogni motore elettrico dipende da esse... [Ed] entità elusive come i campi di probabilità, un costrutto puramente matematico... influenzano il comportamento di entità atomiche.
Com'è possibile che avvenga questa interazione a doppio senso di circolazione fra mente non materiale e cervello materiale?
Nella situazione tipica, quando una certa attività si compie fra due entità interagenti fra loro, si trasferisce un certo quantitativo di energia. Ma non tutte le interazioni che avvengono nel mondo fisico sono nella natura degli scambi di energia. Esistono, per esempio, i meccanismi di controllo o di guida, in cui nessuna attività viene espletata e quindi nessun quantitativo di energia è trasferito.
Un esempio citato da Margenau è quello di un treno che descrive una curva: i binari premono contro le ruote del veicolo, esercitando una forza, ma la forza è perpendicolare allo spostamento, e quindi nessuna attività viene compiuta. Qui è fondamentale rendersi conto che nozioni ordinarie di ciò che comunemente significa per un sistema «compiere attività» su di un altro possono non essere più valide.
Quando in natura delle entità interagiscono, l'energia totale del sistema interagente prima e dopo che abbia luogo l'interazione rimane la stessa (l'energia si «conserva»). Tuttavia, osserva Margenau, nel mondo della fisica quantistica, ciò non è sempre vero: ci sono casi in cui il principio della conservazione di energia nella sua forma abituale non regge; come esempio si potrebbe accennare al passaggio degli elettroni attraverso delle barriere... e forse il fatto più miracoloso di tutti è che una massa fisica può essere creata dal nulla senza contraddire le leggi della fisica.
Questo spalanca una porta a favore dell'influenza della mente non materiale sul cervello materiale, senza che la mente debba intervenire con un certo quoziente di energia da spendere nel processo. Il quadro che emerge dalle osservazioni di Margenau, quindi, è questo: la mente non materiale può essere completamente libera e indipendente dal cervello fisico, eppure pienamente in grado d'influenzarlo, senza dover fornire alcun quantitativo di energia nell'interpretazione.
Questa possibilità, per tanto tempo negata in biologia, è pienamente permissibile nella fisica moderna in perfetto accordo con principi noti e senza violare nessuna legge. Margenau si sofferma sul modo in cui l'interazione mente-cervello può manifestarsi in sistemi fisici complicatissimi come il cervello, i neuroni e gli organi sensori, le cui componenti sono abbastanza esigue da essere governate da leggi quantistiche probabilistiche, l'organo fisico è sempre calibrato per una moltitudine di possibili mutamenti, ciascuno con una definita probabilità: se avviene un cambiamento che richiede energia... l'intricato organismo la fornisce automaticamente. Di conseguenza, anche se la mente non ha nulla a che fare con il cambiamento, cioè se c'è interazione fra mente e corpo, alla mente non è richiesto di fornire energia.
Quindi la risposta al perenne problema di come la mente non materiale fornisca energia per influire sul cervello o sul corpo materiale può essere questa: non la fornisce. L'energia può provenire dal cervello.
Stefano Calamita
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