L'aspetto della sicurezza è fondamentale. Una delle cause che frena attualmente gli acquisti è il fatto che gli acquirenti non si sentono sicuri di inviare il proprio numero di carta di credito attraverso Internet. Inoltre non interessa a nessuno avere una disposizione di bonifico o azionaria che giunge a destinazione in una manciata di millisecondi se tale transazione non è sicura! L'aspettativa primaria della clientela, forse, è proprio questa: sicurezza nell'accesso, nella trasmissione dei dati, nella riservatezza dei medesimi.
Il problema della sicurezza, è riconosciuto come uno degli aspetti critici per l'erogazione dei servizi a distanza. Il cliente deve operare in un contesto protetto da interferenze esterne ed essere sicuro che le disposizioni impartite siano eseguite completamente e correttamente. La banca, invece, deve poter identificare in modo preciso il suo interlocutore. Le soluzioni adottate sono diverse, ma ricollegabili al ricorso a tecniche crittografiche. Sulla crittografia ci si soffermerà successivamente. L'opinione secondo cui la sicurezza in tema di banca virtuale sia a livelli non soddisfacenti, riscuote infatti larghi consensi. La banca virtuale telefonica, interloquendo tramite il telefono, metterebbe a rischio la privacy della conversazione; per il caso della banca su Internet, la sicurezza sarebbe per molti addirittura pressoché inesistente, essendo la rete delle reti caratterizzata dalle prodezze informatiche di abilissimi hackers che sono in grado di infrangere qualsiasibarriera. [83]. Se aggiungiamo la diffusione di virus informatici, e la mancanza di regole, il giudizio sulla sicurezza del banking in rete, è negativo. Nonostante questo, a febbraio 1999 si stimavano 2.168 banche operanti su Internet. [84] Sono numerose le aziende che stanno affrontando direttamente la sfida della sicurezza con ingenti investimenti : IBM, Netscape, CompuServe, America On-Line, Visa, Microsoft, ecc..
Vi è chi sostiene che la sicurezza abbia raggiunto buoni livelli, e che i timori delle banche siano quasi completamente infondati. La questione è, a parere di chi scrive, non tanto quella di decretare che la sicurezza della banca virtuale esista o non esista, quanto quella di cercare di comprendere se la probabilità del rischio di intrusione di terzi estranei, sia a livelli tollerabili. L'impressione è che vi siano soggetti meno innovativi che tendono, in un certo senso, ad accampare delle motivazioni al comportamento non dinamico, e quindi inclini a 'demonizzare' ciò che non si conosce, o che non si vuole approfondire [85]. In ogni caso sarà il mercato a determinare il successo o il fallimento delle imprese e, in caso di successo, come sembra attuarsi dal riscontro delle banche virtuali sulla clientela, i soggetti che non avranno saputo assumersi un rischio calcolato, dovranno colmare un enorme gap con i soggetti che avranno rischiato qualcosa sul terreno dell'innovazione. [86] La domanda che ha senso porsi è quella di capire quali sono i rischi cui vanno incontro le banche ed i clienti .
[83] Carlo Sarzana di S. Ippolito, "Gli hackers all'attacco dei computers", in La tecnologia delle informazioni in Italia, rapporto 1995, FTI
[84] Qualisteam : http://www.qualisteam.com/ita/index.shtml
[85] I problemi della sicurezza, delle regole di internet sono senza dubbio tra i più discussi. E sicuramente si tratta di aspetti importanti che devono essere tenuti presenti prima di effettuare, oggi, significativi investimenti in quest'area. Ma proprio la ricorrenza quasi ossessiva con cui si sentono opporre questi ostacoli al futuro mondo di Internet deve far riflettere. Il rischio è infatti quello di confondere le giuste cautele sull'utilizzo della rete con alibi per non affrontare un tema così nuovo da rimettere in discussione gran parte degli schemi che fino ad ora informano la consunzione del business"
[86] Eugenio la Mesa, Ma sei. sicuro?, web Marketing tools, 17 maggio 1999
Dott. Pietro Favè
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