In quasi tutti i libri di economia una delle assunzioni semplificatrici ricorrenti nella descrizione di modelli e leggi finanziarie è l'assenza di costi di transazione. Non di rado i costi di transazione sono visti come un'"imperfezione" di mercato e si dimentica che senza questa "imperfezione" i mercati stessi non esisterebbero o non sarebbero in grado di svolgere efficientemente la loro funzione. Nessuno piú del trader deve invece essere conscio dell'esistenza e della rilevanza dei costi di transazione. Infatti sono proprio i costi di transazione che rendono l'attività del trading e della speculazione un "gioco a somma negativa"[In teoria dei giochi si definisce "a somma zero" un gioco in cui tutto ció che un giocatore perde viene guadagnato dagli altri giocatori e viceversa.
Un gioco a somma positiva è quello in cui la somma di tutto ció che è guadagnato da tutti i giocatori supera la somma di tutto ció che è perso da tutti i giocatori e dunque il gioco "crea" ricchezza. Un gioco a somma negativa è quello in cui la somma di tutte le vincite di tutti i giocatori è inferiore alla somma di tutte le perdite ed il gioco "distrugge" ricchezza. Nel nostro caso la somma delle vincite di tutti i traders è inferiore alla somma di tutte le perdite e la differenza (costi di transazione) finisce ad un "non giocatore", uno che non prende i rischi del gioco, l'intermediario o broker. sfavorevole.]
La principali tipologie di costi di transazione sono tre, una visibile e due invisibili. I costi di transazione visibili sono raccolti nella categoria delle "commissioni", "bolli", "spese amministrative" e simili. Si tratta di costi che sono o previsti dalla legge oppure fatturati dall'intermediario a seguito di accordi con il trader e sulla base delle tariffe vigenti su quel particolare mercato.
I costi invisibili sono rappresentati nelle due categorie dello "slippage" e piú in generale della "qualità del servizio". Con il termine "slippage" ci si riferisce a quella differenza che si registra praticamente sempre, tra prezzo di mercato (come riportato dai circuiti informatici o dalla stampa) e prezzo effettivo di esecuzione.
Tale differenza, che in perfetto accordo con la ben nota "legge" di Murphy è quasi sempre sfavorevole al trader, non rappresenta sempre una cattiva esecuzione dell'ordine da parte del broker, quanto un prezzo che si paga alla liquidità meno che perfetta dei mercati. Anche sui mercati telematici, dove i circuiti riportano in tempo reale i prezzi a cui vengono concluse le transazioni, non è sempre detto che il prezzo che si ottiene per effettuare un'operazione sia esattamente pari a quello quotato giusto un secondo prima: l'ordine potrebbe essere troppo grosso oppure troppo piccolo; potrebbe darsi che alcune controparti siano uscite (od entrate) sul mercato proprio in quel momento o piú semplicemente che le condizioni di mercato siano mutate. In teoria lo "slippage" potrebbe essere sia negativo che positivo per il trader e talvolta è proprio cosí. A livello di progettazione di sistema è comunque piú realistico oltre che piú conservativo assumere uno "slippage" sempre sfavorevole.
Un'altro costo invisibile è rappresentato dalla qualità del servizio che si riceve dall'intermediario o broker. Come già accennato per gran parte della teoria economica e finanziaria i costi di transazione non esistono, dunque i brokers non esistono e perció il servizio da essi ottenuto è sempre efficiente per definizione. Nella realtà tuttavia non è cosí e ogni operatore sa benissimo che per quanto liquido possa essere un mercato, per quanto basse possano essere le commissioni, per avere una buona esecuzione di un ordine occorre anche un intermediario che sappia fare il suo mestiere.
E quale è il mestiere del broker? Seguire l'andamento dei prezzi minuto per minuto, essere in continuo contatto con un gran numero di controparti ed altri broker per poter eseguire gli ordini di entrata di uscita e gli stop-loss effettivamente al meglio. La qualità del servizio offerto dal broker risiede dunque nella tempestività e nell'efficacia con cui questi esegue gli ordini: se questa qualità manca, i costi di transazione possono facilmente divenire inaccettabili anche in presenza di commissioni e "slippage" modesti.
Purtroppo la qualità di un broker la si conosce soltanto utilizzandolo per un certo periodo di tempo e possibilmente confrontandolo con altri e dunque non esiste una ricetta a priori che permetta di trovare il broker "giusto". Esistono tuttavia alcune avvertenze ed alcuni errori comuni che si possono facilmente evitare.
Anzitutto occorre riflettere sul servizio che si vuole ottenere da un broker: esso è principalmente, come specificato prima, un servizio di buona esecuzione di ordini. Questa prima considerazione implica che un broker non deve essere valutato tanto sulla base di reports di mercato, suggerimenti e (peggio ancora) previsioni sull'andamento dei prezzi: tutto
questo ha ben poco a che fare con il suo mestiere. Occorre considerare cosa fa un broker tutto il giorno: sta al telefono di fronte ad uno o piú monitors continuamente cercando compratori e venditori: come puó avere il tempo e la preparazione per effettuare riflessioni sul mercato e addirittura previsioni? quand'anche disponesse di un servizio studi, poichè il reddito del broker è legato al volume di transazioni effettuato, possiamo stare certi che i suggerimenti sarebbero invariabilmente tesi a fare eseguire al cliente un buon numero di operazioni siano o non siano esse necessarie per la salute del portafoglio di quest'ultimo. E' tuttavia incredibilmente elevato il numero di persone che, chiamando un broker o un intermediario, finiscono per agire sulla base delle sue indicazioni cedendo alla pigrizia di effettuare un'analisi propria.
Un secondo comune errore riguarda un'eccessiva concentrazione sulle commissioni o sui prezzi da parte dei clienti. Vi sono clienti disposti a tutto pur di ottenere sconti sulle commissioni. A parte il fatto che il piú delle volte si tratta di cifre modestissime rispetto all'importo del guadagno (o perdita) che si puó realizzare sul mercato, occorre anche considerare che una contrattazione eccessiva, anche se coronata da successo, puó
portare il broker a tentare di recuperare profitti (con interessi) in altri modi: ad esempio con un'esecuzione non sempre brillante, oppure piú in generale con un servizio mediocre.
Anni fa, c'era in Italia un'impresa industriale che effettuava grosse operazioni sui cambi. Il tesoriere lavorava con 4 o 5 intermediari ed aveva l'abitudine di non fidarsi mai di nessuno e per qualsiasi cosa di proporre un'asta a tutti questi intermediari. Questo costringeva gli intermediari a ridurre il proprio margine al minimo e qualcuno anche a rinunciare al cliente. Poichè la cosa andava ripetendosi da parecchio tempo, e dato che il mercato era a quell'epoca abbastanza limitato e pertanto praticamente tutti gli intermediari si conoscevano tra di loro, questa strategia, ideata dal tesoriere per favorire la sua azienda, finí per ottenere il risultato opposto.
Gli intermediari finivano per allocarsi tra di loro il risultato dell'asta spartendosela a quote, con un accordo informale per favorire uno particolare di loro ogni volta. I prezzi quotati erano regolarmente leggermente fuori mercato di modo che l'azienda finiva per pagare sempre di piú di quello che avrebbe pagato senza il meccanismo dell'asta. Non un grande esempio di professionalità da parte degli intermediari, ma neanche un grande esempio di intelligenza da parte dell'azienda.
La realtà è che il mercato non è quasi mai in grado di accontentare tutti i contraenti con la stessa efficacia: alcuni saranno trattati meglio di altri [Praticamente tutti i grandi traders riconoscono l'esecuzione dell'ordine come uno degli elementi critici per una sua buona riuscita. Vedi ad esempio le interviste contenute in Schwager (1990).]
Per essere tra i favoriti occorre trovare la giusta miscela di capacità professionale del broker, costi di transazione e rapporti umani con l'intermediario stesso senza pretendere di raggiungere sempre e comunque l'ottimo in tutti e tre i campi: il trader e l'investitore non sono scattisti ma maratoneti e ció che importa loro è il risultato medio ottenuto nel lungo termine.
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