Il "cuore" di un sistema di trading è costituito dalle regole che definiscono quando comprare o quando vendere. Queste regole possono assumere forme svariate e la letteratura in proposito è già ricca di suggerimenti, anche se questi temi sono affrontate in modo sistematico solo da pochi anni [Cf. ad esempio Kaufman (1987)]. Si va da regole di tipo matematico - statistico, a regole grafiche,per finire a regole esoteriche che fanno riferimento all'astrologia o all'astronomia.
Queste regole dovrebbero rispettare due principî fondamentali. Anzitutto le regole devono essere chiaramente espresse e tra loro coerenti . Con questo si intende sottolineare che non vi devono essere ambiguità o contraddizione di sorta. Deve risultare assolutamente chiaro quando bisogna comprare e quando bisogna vendere, senza lasciare spazio incertezze o interpretazioni soggettive.
Questo principio è fondamentale perchè permette successivamente di verificare in modo obiettivo la validità e la performance delle regole di acquisto e vendita [Per esprimersi con il linguaggio del filosofo Karl Popper si può dire che in questo modo la teoria è falsificabile.
Viceversa teorie non falsificabili sono da rigettare proprio per il fatto che non è possibile decidere sul loro valore.] E' appena il caso di osservare che - pur nella sua semplicità - questo principio di chiarezza è spesso disatteso. Un lampante (e diffusissimo) esempio in proposito è costituito dalla cosiddetta teoria delle onde di Elliott (ampiamente utilizzata); le sue linee principali possono essere formulate; tuttavia, secondo i suoi stessi proponenti, la teoria possiede: "...rules that ... are extremely fine and delicate.
It is almost impossible to state them precisely; they must be felt rather than formulated." [R. Balan "Elliott Wave Principle Applied to the Foreign Exchange Markets", p.V - 1.]
Questo "piccolo" problema verrebbe superato utilizzando quel "true aesthetic feeling which all mathematicians know ... but of which the profane are so ignorant as often to be tempted to smile"[Ibidem.] con il quale l'analista deve (dovrebbe?) riuscire a percepire dal grafico dei prezzi come applicare il metodo di Elliott. Un matematico con il senso estetico è, per eccellenza, il francese Henri Poincaré. Soltanto che a Lui il senso estetico serviva a formulare ipotesi matematiche che poi venivano accettate o rigettate seguendo processi rigorosamente logici.
I teorici di Elliott, suoi autoconclamati epigoni, si accontentano apparentemente di formulare le ipotesi rigettando il processo di prova. Non è comunque questa la sede per discutere la validità di certe teorie di analisi tecnica che non hanno regole chiaramente definite (oltre a quella di Elliott ne esistono altre). Se esse funzionino o no non è materia che qui interessi. Esse non possono venire testate perchè contravvengono al principio di chiarezza delle regole e tanto basta per escluderle da questa analisi.
Un secondo principio fondamentale riguarda la consapevolezza da parte dell'analista dell'idea sottostante che cerca di verificare . La formulazione delle regole di acquisto e di vendita dovrebbe sempre nascere da una certa percezione del mercato che deriva a sua volta dall'esperienza e dallo studio: è inutile testare segnali senza capire quale idea si stia realmente sottoponendo a prova. L'analista deve necessariamente cercare di definire la sua idea del funzionamento del mercato prima di poterla esprimere chiaramente e quindi testarla.
L'idea può variare da una semplicità estrema ad una grande complessità. Un esempio di idea semplice può essere "i prezzi tendono a prolungare l'andamento in una certa direzione quando superano i massimi (o minimi) registrati in un recente arco di tempo". Un esempio di idea leggermente più complessa può essere che "i prezzi tendono a proseguire il movimento in una certa direzione quando la loro velocità di allontanamento dai valori medi registrati in un periodo recente tende ad aumentare". Un'idea molto complessa può invece tentare di riferire l'andamento dei prezzi a patterns di tipo ciclico, frattale o anche caotico nel senso della moderna teoria del caos.
Queste idee sono squisitamente soggettive e dipendono dall'esperienza e dalle percezioni dell'analista e perciò non sono tutte catalogabili a priori, non sono immutabili, e soprattutto non sono aprioristicamente separabili in "giuste" e "sbagliate". L'esperienza tuttavia suggerisce alcune osservazioni.
La prima è quella che, in mancanza di forti convinzioni su idee particolari, conviene partire dalle idee semplici. Esse hanno il vantaggio di essere facilmente esprimibili e comunicabili anche ad altri e richiedono poco tempo e poco sforzo per essere testate e quindi accettate o rigettate. A seconda dei risultati poi ottenuti può convenire complicare le idee iniziali con condizioni aggiuntive od anche sostituirle del tutto. Il limite all'evoluzione di un'idea è dato dal punto in cui successive complicazioni della stessa non portano più benefici significativi in termini di risultati.
La seconda osservazione riguarda la definizione dell'ipotesi di lavoro da cui partire. E' necessario che l'idea sia esprimibile in termini di algoritmo matematico, anzitutto perchè il linguaggio matematico costringe alla coerenza ed alla chiarezza, superando l'ambiguità di un'esposizione puramente verbale. Un'idea che espressa dialetticamente può risultare ambigua, diviene forzatamente chiara e, se del caso, mostra anche le sue contraddizioni, una volta che è espressa con liguaggio matematico.
Vi è un ulteriore vantaggio: un'idea espressa come algoritmo matematico è direttamente traducibile in programmi informatici e perciò può far leva sulla grande capacità di calcolo dei moderni computers per una verifica efficace, economica e veloce. Non dimentichiamo che data la complessità dei mercati finanziari, l'uso dei computers è pressochè indispensabile per quasi ogni tipo di analisi dei prezzi.
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