L'introduzione dell'euro ha determinato l'inizio di una diversa logica nei rapporti internazionali e, nel Regno Unito, per la prima volta gli investitori hanno cominciato a mettere in discussione il dollaro come unica valuta di riferimento.
A partire da Venerdi scorso anche la Cina ha deciso di rivedere la parità tra yuan e dollaro, confermando la tendenza ad un riequilibrio del sistema monetario internazionale.
I sondaggi più accreditati stimano un incremento dei managers inglesi favorevoli all'utilizzo della moneta Europea, fornendo una nuova immagine del sistema economico occidentale.
L'enorme massa monetaria circolante nel sistema di Bruxelles attrae i Paesi confinanti o limitrofi come l'Inghilterra, e li spinge ad adottare analoghe misure in materia di politica finanziaria.
La scorsa settimana la Banca d'Inghilterra ha lasciato invariato il tasso di riferimento al 4,5% anziché ridurlo, palesando un atteggiamento coerente con le intenzioni rialziste della Bce.
La Commissione per la Politica Monetaria della Bank of England si è dimostrata preoccupata per le prospettive di crescita economica soprattutto nel settore manifatturiero e per i fenomeni inflattivi causati dall'aumento dei costi di materie prime, come ad esempio il petrolio, ma al contempo ha espresso forti dubbi su un possibile taglio dei tassi.
Se i cittadini europei non sembrano gradire un allargamento dell'Unione, d'altra parte cominciano ad apprezzare la stabilità monetaria e l'operato dei banchieri centrali, sempre più attenti ad accompagnare la crescita economica piuttosto che a forzarla con decisioni troppo aggressive.
Il presidente della Bce Jean Claude Trichet mantiene, in materia di politica monetaria, un percorso rigoroso e pragmatico riferito ai dati, con una visione sinergica del sistema, accomodante, che si adatta alle circostanze politiche, sociali ed economiche dei Paesi membri.
Gli inglesi apprezzano la coesione dinamica che si stà formando tra i Paesi di Eurolandia e considerano con sempre meno scetticismo il Sistema Economico Europeo.
In Fig. 1 risulta evidente come, dal 2005 il cambio euro/sterlina si muova in un canale sempre più stretto e, potremmo affermare che le due monete siano stabilmente agganciate da mesi.
Insieme alle Bollinger Bands viene riportato in fig.1 l'indice di volatilità, descritto in un articolo precedente, che consente previsioni riguardo all'allargamento/restringimento del canale di trend.
Negli ultimi sei mesi possiamo notare due piccoli impulsi negativi di volatilità e il corrispondente restringimento del canale con riduzione dell'oscillazione attorno alla media.
In Fig. 2 possiamo osservare come il cambio euro/sterlina sia accompagnato da una bassa volatilità in una zona tranquilla del Piano di Chauvenet.
In questo scorcio di inizio d'anno prevale l'accordo tra le monete dell'Eurozona e d'Oltremanica.
Dalla fig.4 possiamo notare come la fase continui ad oscillare attorno allo zero e questo indica come ci sia un attento monitoraggio della stabilità di rapporto tra l'euro e la sterlina.
Anche dal punto di vista del raggio di Chauvenet ci troviamo in zone di altissima stabilità e bassissimo rischio confermando l'affinità tra i due sistemi monetari che in questo periodo si muovono in accordo totale.
In Fig. 5 possiamo notare che la fase dell'indice di Piazza Affari prosegue nel segno della positività.
Per maggiori approfondimenti è disponibile una dispensa con foglio di lavoro sul sito www.experta.it (Italo Fabbri)
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