Esistono mercati in cui l’innovazione tecnologica non si manifesta attraverso improvvise e rapide rivoluzioni, bensì attraverso metamorfosi meno dinamiche e più graduali ma comunque sempre con ampia intensità. È il caso del mercato bancario, che da poco più di un decennio attraversa una fase di profondo rinnovamento in ogni sua componente, dall’ideazione delle strategie generali fino all’erogazione del singolo servizio.
Concorrono a ciò, innanzitutto, il fenomeno della globalizzazione dei mercati e di uno sviluppo dei servizi finanziari e del mercato dei capitali ben superiore allo sviluppo dell’economia reale, nonché i processi innescati dalla diffusione delle tecnologie digitali che, in pratica, traducono a livello operativo le diverse esigenze degli organismi bancari.
Dati recenti vedono, in generale, un rilevante successo dei servizi di banking offerti attraverso le diverse piattaforme digitali; dal punto di vista dell’effettivo utilizzo, Internet risulta il canale più apprezzato.
Questo risultato è dovuto alla notevole flessibilità che esso introduce nei rapporti tra banca e cliente dal momento in cui rende possibile la fruizione dei prodotti bancari a qualunque ora del giorno, ovunque e senza code, per non parlare poi del vantaggio, sia pure ludico ma di gran lunga rilevante, della riduzione dei costi.
Se è vero che l’uso della rete delle reti ha reso possibile ad un pubblico vasto l’accesso a strumenti finanziari sofisticati, è però anche vero che ciò non garantisce il conseguimento di obiettivi d’investimento adeguati dal momento che l’eccesso di informativa può talvolta essere fuorviante. E’, allora, in questo contesto che la banca on-line si inserisce mediante i suoi prodotti di risparmio gestito che assicurano la necessaria competenza.
Di origini americane, la compravendita on-line di fondi comuni di investimento rappresenta ancora un fenomeno di nicchia nel nostro Paese. La causa è la diffidenza che tutt'oggi molti italiani nutrono nei confronti di Internet.
I cosiddetti supermercati di fondi on-line, ossia i siti Web su cui è possibile comprare e vendere strumenti di risparmio gestito, che da tempo costituiscono una realtà consolidata negli Stati Uniti d’America, sono sbarcati in Italia solo nel 2000.
Naturalmente l’esplicazione dell’evoluzione in atto non può prescindere dalla definizione del mercato oggetto d’analisi. E’ con questa motivazione che, nel primo capitolo, viene fornita una panoramica sull’industria del risparmio gestito partendo dai suoi attori e dalla classificazione tradizionale dei suoi prodotti cui si affianca la descrizione di categorie di recente sviluppo, tra i quali spiccano gli ETF (acronimo di Exchange Traded Fund) diffusissimi anche grazie all’uso di Internet, per finire con l’analisi empirica dell’andamento attuale e la specificazione dell’attività della rete dei promotori finanziari visto come sperimentazione di un canale alternativo a quello dello sportello preparando all’implementazione di un canale ancora più evoluto quale l’Internet banking .
Oggetto del secondo capitolo sarà allora il Risparmio gestito on-line, di cui si fornisce da subito la dimensione mediante la stima dei conti on-line effettivamente operativi sulle disposizioni e-banking (operata da KPMG).
Con l’intento di fornire un quadro sulle diverse linee di sviluppo delle banche on-line, da banche che alla rete tradizionale affiancano l’on-line banking a banche nate in Internet, si procede, dopo una breve introduzione a carattere storico tesa all’individuazione delle influenze sull’aspetto attuale, all’osservazione della struttura del sito di ciascun istituto di credito con particolare riguardo all’operatività e agli strumenti informativi forniti al fine della sottoscrizione di fondi comuni d’investimento.
Per una visione d’insieme vengono, inoltre, analizzate le classifiche delle banche on-line fornite da Osservatorio Finanziario cercando, mediante rapporti di proporzione, di rendere comprensibile il significato dei posizionamenti assunti dagli intermediari presi in considerazione.
Non manca una trattazione delle iniziative comuni quali il progetto “Patti Chiari” e l’adesione al “WAI” (web accessibility initiative), che sottintendono lo sforzo di avvicinare i clienti da parte degli intermediari finanziari mediante supporti informativi e tecnologici. Allo stesso modo non poteva mancare una dissertazione intorno al fenomeno dei Supermercati di fondi che risulta ancora presente allo stato embrionale nel nostro paese ma di sicuro interesse.
A conclusione di questo capitolo si pongono alcune considerazioni circa i problemi di percezione da parte dell’utente rispetto alla rete e sulla possibilità di superarli mediante dispositivi quali le web-cam ed i nuovi servizi di videoconferenza disponibili sul mercato.
Dalla rilevanza delle proporzioni con cui si è sviluppato l’uso della rete nel comparto finanziario nasce l’esigenza di regolamentarne l’attività.
Di questo quadro normativo si discute nel terzo capitolo ponendosi, prima di tutto, l’obiettivo di identificare la nozione giuridica italiana di documento informatico e di firma elettronica, nonché dei relativi sistemi di certificazione. Si procede poi alla valutazione della cittadinanza di un sito, e dunque dell’applicazione del relativo regime d’imposizione, rilevando i differenti pareri della Consob e delle proposte della direttiva Cee. Infine si pongono in evidenza le novità in tema di vendite a distanza introdotte dal D.L. n 190 del 19 agosto 2005 con cui si recepisce la Direttiva comunitaria 2002/65/CE.
Nell’ambito dello stesso capitolo si passano in rassegna i dispositivi di sicurezza utilizzati dalle banche per affrontare l’insorgenza dei fenomeni del “Phishing” e dello “Spyware”, evidenziando come molte banche si affidano a sistemi di certificazione offerti da aziende specializzate (come VeriSign e Actalis).
E’ doveroso in ultimo proporre una disamina del caso Statunitense dal momento che l’internet banking si è sviluppato già da molto in questo paese.
Sottolineando le differenze con il mercato dell’on-line banking europeo è riproposto lo schema adottato per la trattazione del caso italiano. Dunque nel quarto capitolo, dopo una panoramica sui prodotti del risparmio gestito americani tradizionalmente diffusi cui fa seguito l’indicazione dei relativi trend attualmente rilevati, si prosegue con l’esposizione delle caratteristiche dello sviluppo statunitense dell’Internet banking (osservando come il punto di partenza è stato il supermercato dei fondi che è invece punto d’approdo del mercato italiano) cui segue una relazione sullo stato attuale dell’utenza dell’on-line banking. Infine vengono presentate le nuove tecnologie relative alla sicurezza che, sotto la spinta dell’indagine di RSA sul phishing statunitense, FBI e Federal Financial Institutions Examination Council (FFIEC) propongono, ossia l’utilizzo della autenticazione a due fattori per poi tendere alla realizzazione del progetto di un'unica password valida per tutte le banche.
Dott.ssa Maria Michela Lucignano
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