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Le frodi nell'ambito degli Edge Fund

5.2.3.5 L’importanza dell’indipendenza del revisore contabile

Nella frode in questione, un ruolo decisivo è stato giocato dalla società di revisione, in questo caso appositamente creata da Marino, la quale è stata utilizzata per certificare l’attendibilità dei documenti contabili. La manipolazione di un soggetto importante come questo ha generato la necessità di creare una serie di norme al fine di regolamentare questo mondo allora poco conosciuto sui mercati finanziari. Un illecito di questo tipo, oggi, difficilmente potrebbe essere perpetrato, coinvolgendo anche la società di external auditors, poiché questi soggetti sono obbligati a rispettare una serie di principi professionali ai quali attenersi rigorosamente nello svolgimento della professione di revisione.

In Italia, i principi di revisione sono emanati dal Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti e raccomandati dalla Consob, l’autorità di vigilanza del mercato borsistico italiano. A questi si affiancano una serie di norme non raccomandate, che potrebbero essere utilizzate nel caso in cui le regole consigliate non fossero utili per riuscire a operare un’efficace analisi di bilancio della società in questione. Il mancato rispetto di questi principi renderebbe nulla la verifica.

Il principio di revisione numero 200 fornisce delle indicazioni su quelli che sono i principi generali dell’attività, fornendo una descrizione accurata delle norme etiche che il revisore è tenuto ad osservare nello svolgimento della professione.

Esse sono:

 Indipendenza: il revisore deve essere in una posizione di indipendenza formale e sostanziale nell’espletamento dell’incarico;

 Competenza e diligenza: l’auditor deve acquisire un adeguato livello di competenza professionale specifica, mantenere un costante aggiornamento; professionale e svolgere la propria attività di revisione con diligenza professionale;

 Riservatezza: il revisore non può divulgare notizie riservate;

 Responsabilità legale: il soggetto incaricato della revisione dispone della responsabilità, civile e penale, stabilita dalla Legge;

 Rapporti tra revisori: il rapporto tra revisori deve essere improntato su basi di correttezza e collaborazione;

 Compenso del revisore: il soggetto deve percepire un compenso adeguato all’incarico svolto. La componente etica utile studiare per la frode in questione è la prima, ovvero l’indipendenza dell’auditor. Il principio di revisione numero 100 stabilisce che sono tenuti a rispettare questo vincolo:

 Le società di revisione iscritte nel Registro dei Rrevisori Contabili istituito presso il Ministero della Giustizia e/o nell’Albo speciale tenuto dalla Consob;

 I revisori individuali iscritti nel suddetto Registro dei Revisori Contabili;

 I revisori individuali di cui al precedente punto che siano membri di un collegio sindacale incaricato del controllo contabile. I principi di seguito enunciati si applicano ai soggetti sopra indicati quando questi svolgono attività di revisione, intesa come:

 Servizi di revisione che comprendono: o L’attività di controllo dei conti annuali delle imprese, finalizzata all’espressione di un giudizio professionale; o L’attività di controllo dei conti consolidati di un insieme di imprese, anch’essa finalizzata all’espressione di un giudizio professionale; o L’attività di controllo dei conti infrannuali di un’impresa o di un insieme d’imprese.

 Servizi di attestazione richiesti dalla legge e da regolamenti o effettuati su base volontaria, aventi ad oggetto informazioni diverse da quelle di cui ai precedenti punti. Queste attività sono intese come gli incarichi con cui il revisore valuta uno specifico elemento, la cui determinazione è effettuata da un altro soggetto che ne è responsabile, attraverso opportuni criteri, al fine di esprimere una conclusione che fornisca al destinatario un grado di affidabilità in relazione a tale specifico elemento. Questi due provvedimenti richiedono, dunque, che il soggetto che svolge l’attività di controllo del bilancio sia in una posizione d’indipendenza formale e sostanziale nello svolgimento dell’incarico di revisione. L’indipendenza si articola, quindi, in:

 Legale;

 Professionale.

L’indipendenza legale consiste nell’assenza di situazioni d’incompatibilità ai sensi di legge o di regolamento, mentre quella professionale riguarda l’atteggiamento mentale indipendente nei confronti del cliente che il revisore e i suoi collaboratori devono assumere e mantenere costantemente nel corso dello svolgimento dell’incarico. Il revisore e i suoi collaboratori devono svolgere il loro incarico con integrità e obiettività e nell’assenza di qualsiasi interesse che essi possano avere, direttamente o indirettamente, con l’azienda che ha richiesto il servizio, con l’azienda il cui bilancio è oggetto di revisione (se diversa), i relativi soci, amministratori e direzioni generali. L’integrità è costituita non solo dall’onestà intellettuale, ma anche dall’agire con equità e sincerità.

L’obiettività impone al revisore di essere imparziale e libero da vincoli che possano influenzare il suo giudizio. Le norme sull’indipendenza mirano quindi a favorire l’obiettività del revisore.

Pertanto, il professionista deve rifiutare un incarico qualora riscontri la presenza di circostanze o vincoli che possano influenzare il suo giudizio, oppure quando particolari circostanze possano sollevare nei terzi il fondato dubbio della mancanza di indipendenza. L’onestà intellettuale del revisore non è quindi requisito sufficiente, ma è altresì necessaria la condizione obiettiva di essere riconosciuto indipendente dai terzi.

Ad esempio, un revisore che abbia un interesse finanziario, diretto o indiretto, in un’azienda non sarebbe nelle condizioni obiettive per rendere manifesta la sua indipendenza ai terzi, anche se la sua onestà intellettuale potrebbe fargli mantenere un atteggiamento indipendente.

A testimonianza dell’importanza del criterio dell’indipendenza del revisore, questa è disciplinata da un apposito documento denominato “Principi sull’indipendenza del revisore”, approvato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e dal Consiglio Nazionale dei Ragionieri e dei Periti Commerciali. Nella frode in questione, Marino deteneva un forte interesse nei confronti della Bayou Management. In una situazione di piena legalità questo soggetto non avrebbe mai potuto, dunque, essere preposto al controllo del bilancio societario, eventualmente avrebbe potuto ricoprire la carica di revisore interno, ma si sarebbe comunque avvertita la necessità di incaricare un soggetto esterno di svolgere l’analisi dei documenti contabili informativi.

Sansoldo Fabrizio

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