Lo schema inventato dall’italo-americano prevedeva dunque uno sviluppo articolato in quattro fasi:
Al potenziale cliente veniva promesso un investimento con rendimenti superiori ai tassi di mercato, in tempi ravvicinati;
Dopo poco tempo si restituiva parte della somma investita, facendo credere che il sistema funzionasse veramente;
Si spargeva la voce dell'investimento molto redditizio, altri clienti cadevano nella rete e si continuavano a pagare gli interessi con i soldi incassati (la finanziaria aveva capitale sociale zero, ma gli investitori non lo sanno);
Lo schema s’interrompeva quando le richieste di rimborso superavano i nuovi versamenti.
Nell’estate del 1920, iniziarono a manifestarsi i sospetti del tracollo del sistema ideato dall’investitore romagnolo: un rivenditore di mobili, che aveva venduto a Ponzi mobili quando questo non poteva permettersi di pagare, lo citò in giudizio per ottenere il dovuto. Ponzi vinse la causa, ma gli investitori cominciarono a chiedersi come egli avesse fatto a divenire un milionario in così poco tempo.
Alcuni investitori decisero così di ritirare i loro fondi dalla Securities Exchange Company. Ponzi li remunerò profumatamente e la corsa all'uscita dalla compagnia si esaurì. Il 24 luglio 1920, il quotidiano Boston Post pubblicò un articolo trattando con toni alquanto entusiasti Ponzi e il suo schema, che riusciva a ottenere liquidità come mai prima d'allora. In questo periodo, Ponzi riuscì a raccogliere circa 250.000 dollari al giorno.
Tuttavia, uno dei redattori del Boston Post, non convinto di questa ingegnosa invenzione messa in atto dall’italiano, ingaggiò un investigatore per fare luce sulla società di questi.
Nel frattempo, la Securities Exchange Company venne posta sotto sorveglianza anche dello Stato del Massachusetts, e Ponzi incontrò gli ispettori proprio il giorno della pubblicazione dell'articolo: egli contava di distogliere temporaneamente i funzionari dai libri contabili della società offrendosi di sospendere la raccolta durante le indagini.
L'offerta sedò momentaneamente i sospetti degli ispettori.
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