Dopo le due settimane centrali di maggio, terribili per gli indici azionari di tutto il mondo, il rimbalzo era dovuto. Così è stato. Confermando anche questa volta una certa tradizione che vede il il giorno centrale della settimana come giorno di inversione, mercoledì scorso gli indici principali hanno iniziato un recupero abbastanza significativo.
Il rimbalzo ha permesso il recupero valutabile tra un terzo e metà del precedente secco calo ed ha condotto buona parte dei mercati azionari a testare dal basso quei livelli che sono stati sfondati intorno a metà mese ed hanno aperto il fronte ribassista di breve periodo.
La situazione è delicata. A mio parere il recupero non è ancora abbastanza per affermare che anche questa volta il calo di maggio sia stata l'ennesima occasione di acquisto. Il test della psicologia del mercato è in pieno svolgimento. Occorre verificare, e possiamo farlo solo a posteriori, se il calo di maggio ha deteriorato seriamente la fiducia degli investitori inducendoli a modificare il loro "imperativo categorico" da COMPRA SULLA DEBOLEZZA, tipico delle fasi di convinzione ed euforia dei mercati al molto più cauto VENDI SULLA FORZA, che prevale nelle fasi ribassiste.
La giornata odierna, anche se al momento in cui scrivo mancano le conferme della chiusura dei mercati americani, sembra indicare che tale modificazione di sentiment è avvenuta. I venditori si sono rifatti prepotentemente vivi e stanno tentando di riportare i mercati sui minimi del mese.
Lì si giocherebbe poi una partita decisiva per le sorti dei prossimi mesi. Infatti tutti i mercati principali stanno sviluppando modelli che assomigliano al classico "testa e spalle", che andrebbero generalmente a completare proprio violando i minimi di maggio.
In questo caso l'inversione di medio periodo sarebbe decretata, con obiettivi di ulteriore calo paragonabile all'entità della prima ondata ribassista di maggio. Per dare un'idea il future sul nostro indice SPMIB potrebbe scendere fino verso area 32.000, cioè circa il 10% al di sotto dei livelli attuali.
La speranza è quindi che i minimi di maggio tengano. Però il trader efficiente, oltre che sperare, prepara le valigie.
IL BICCHIERE MEZZO PIENO
La visione che ho dato dei mercati nelle ultime newsletters non è piaciuta a tutti. Qualche lettore mi ha accusato di eccessivo pessimismo. Ben venga. E' più che legittimo in questo campo avere opinioni diverse. Per di più chi utilizza l'analisi grafica a scopo operativo sa che è molto importante non avere opinioni incrollabili, ma lasciarsi guidare da quel che i mercati, in ogni frangente, vogliono comunicarci, anche quando ci impongono di cambiare idea.
Allora, se ho dato l'impressione di guardare il classico bicchiere come mezzo vuoto, riporto la seguente email (omettendo il nome del lettore per motivi di privacy) che invece vede il bicchiere mezzo pieno.
".. rispondo in occasione della tua newsletter che ho trovato troppo pessimistica.
Ricorda caro gigi...è quando il sangue scorre per strada che si fanno gli affari migliori. Non per niente in questi giorni due amministratori delegati hanno investito tantissimo nelle loro aziende. Mi riferisco a Passera che ha comprato 12 milioni in Banca Intesa e ad Arpe che ha fatto lo stesso su Capitalia. Anche in casa Fiat tutti i dirigenti stanno comprando. Finchè gli utili salgono non c'è ragion di preoccuparsi: basta andare sui P/E bassi
e utili in crescita...e magari bisogna comprare sui supporti invece che al superamneto di resistenze. Inoltre molte azioni e lo stesso indice sono sulla media a 200 dove hanno sempre rimbalzato. Io la vedo come un'ottima occasione d'acquisto su alcuni titoli."
ANALISI GRAFICA DELL'INDICE SP500
L'indice più rappresentativo del mercato azionario americano (SP500) sta correggendo l'impulso rialzista partito ad ottobre 2005 e proseguito fino all'inizio di maggio con la realizzazione di 1326,70 punti.
Il rialzo, dopo un primo impulso piuttosto deciso, che ha portato l'indice oltre quota 1245 (precedenti massimi estivi), si è poi sviluppato con una serie di massimi e minimi ascendenti compresi all'interno di un canale rialzista per oltre 5 mesi. Tale movimento ha però realizzato sui principali oscillatori delle divergenze ribassiste, che sono sfociate nel secco storno di maggio. Il 17 maggio è stato infranto l'ultimo minimo relativo a quota 1280 aprendo così la strada verso il successivo supporto di 1245, ovvero la precedente resistenza infranta nel novembre scorso.
Siccome la discesa è stata piuttosto rapida, creando eccessi ribassisti di breve periodo, il supporto ha tenuto al primo attacco e l'indice sta tentando il rimbalzo, che però al momento si è fermato proprio a quota 1280, cioè sul livello di supporto precedentemente infranto che ora fa da resistenza.
La situazione ora è abbastanza interessante. Se non verrà superata la resistenza è probabile che si sviluppi una seconda onda ribassista ingrado questa volta di scendere sotto 1245, verso la trend line ascendente che unisce i principali minimi dall'estate 2003, che ora transita all'incirca a quota 1230.
Poniamo a questo livello l'ultima spiaggia per la difesa del trend rialzista di lungo periodo. Al di sotto direi che esso apparirebbe irrimediabilmente compromesso. Un rimbalzo invece potrebbe ripristinare la positività e sancire la fine della correzione con speranza di rivedere nuovamente l'indice oltre i precedenti massimi ed in viaggio verso i 1500 punti.
Per visualizzare il grafico connettersi ad internet e cliccare: http://www.borsaprof.it/img_news/sp500.gif
FOCUS MACROECONOMICO
Dal versante macroeconomico nella settimana passata sono venute indicazioni di rallentamento della crescita americana. A dire il vero il PIL del 1° trimestre, come avevano previsto gli analisti, è stato rivisto al rialzo al 5,3% annualizzato dal 4,85 della stima preliminare, e questo dato non è propriamente rappresentativo di un rallentamento. Però le indicazioni sui mesi correnti testimoniano una certa stanchezza della domanda. Sia i consumi che, soprattutto, gli investimenti in beni durevoli hanno mostrato una diminuzione, in parte inaspettata. Se uniamo le conferme di raffreddamento del settore edilizio, con calo nelle costruzioni e nelle vendite di case, emerge un quadro corrente decisamente meno pimpante del trimestre passato.
La notizia, in sé non positiva, specialmente per il settore azionario, è invece stata accolta forevolmente dal mercato, che, come avevo ipotizzato la settimana scorsa, ha interpretato la debolezza relativa come un segno di autocontrollo inviato alla Federal Reserve, che appare meno pressata dall'esigenza di proseguire nel rialzo dei tassi.
Le borse azionarie hanno così potuto respirare per qualche giornata abbozzando un tentativo di rimbalzo.
Va da sé che se i prossimi dati dovessero confermare la moderazione della crescita il rimbalzo attuale potrebbe rafforzarsi e magari riportare i mercati verso i massimi recentemente abbandonati.
Al contrario se dovessero venire indicazioni di aumento delle pressioni inflazionistiche, ciò basterebbe a portare nuovo scoramento sui mercati e magari riproporre ribassi significativi.
Siamo in un periodo di estrema incertezza e di nervosismo provcato dalla mutevolezza delle indicazioni macroeconomiche. Occorre adattarsi ed evitare di pretendere che i mercati intraprendano senza incertezze una direzione che nemmeno le banche centrali ora riecono ad ipotizzare.
La settimana corrente si caratterizza per i parecchi dati sulla fiducia economica provenienti dall'America: dei consumatori (martedì) e delle imprese (mercoledì col PMI, giovedì con l'ISM). Di un certo rilievo sarà anche la misura della Produttività, poiché da un suo eventuale aumento dipende l'attenuazione delle pressioni inflazionistiche provocate dalla crescita del costo del lavoro. Dominerà la settimana il dato di venerdì sul mercato del lavoro, poiché la Fed è da sempre molto attenta alla creazione di occupazione come barometro del surriscaldamento del ciclo economico.
Pierluigi Gerbino
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