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Report finanziario "CLASSIC" 20 Dicembre 2005

IL RALLY DI FAZIO

Raramente capita una serie di eventi tali da scuotere il mercato e l'intero sistema economico e politico come quelli che sono capitati negli ultimi giorni nel nostro paese.

La telenovela "Baci sulla fronte", dopo alcuni mesi di sosta, che sembravano aver ridato ad Antonio Fazio, uno dei suoi principali protagonisti, la baldanza dei giorni migliori, ha improvvisamente ripreso ad essere trasmessa su rete San Vittore con uno show altamente drammatico recitato dall'altro protagonista Giampi Fiorani. La cantata del burattinaio ha generato un terremoto che ci ricorda il mese di dicembre di due anni fa, quando a passare il Natale al fresco era Calisto Tanzi in seguito al memorabile crack Parmalat.

Quest'anno tocca ai paladini dell'italianità da difendere, Fiorani e Consorte mostrare al mondo l'essenza del loro modo di intendere l'italianità, fatta di furbizie, truffe e corruzione, troppo simile a quella che da sempre gli stranieri ci attribuiscono. Deve essere effettivamente sconsolante, come ha fatto notare Mario Monti qualche giorno fa, il ruolo dei molti italiani che lavorano in istituzioni finanziarie europee o londinesi, soprannominati "furbetti del quartierino" e fatti bersaglio di facili ironie.

Era inevitabile che avvenisse lo scoperchiamento del pentolone appena Fiorani ha constatato l'abbandono da parte degli ex amici, col primo lungo interrogatorio dei giorni scorsi, dove ha cominciato a raccontare fatti e nomi di chi lo ha coperto per anni e la rete di protezioni politiche e finanziarie che hanno reso possibile una truffa seconda solo alla tristemente famosa falsificazione dei crediti attuata a suo tempo da Parmalat.

I miasmi usciti non potevano risparmiare colui che per un anno intero ha architettato e sostenuto la "difesa dell'italianità contro l'assalto delle banche straniere, con comportamenti da arbitro venduto. Fazio non ha potuto più continuare nel suo ostruzionismo all'opera della magistratura ed ha dovuto fare finalmente le valigie dal palazzo di via Nazionale. Non mi stupirei se le stesse valige dovessero essere presto riutilizzate per trasferire gli effetti personali a San Vittore, accanto al suo pupillo Fiorani.

L'operazione "Banche Pulite" pur venendo in un momento molto diverso da Tangentopoli, rischia di provocare un terremoto di dimensioni ragguardevoli, data la vastità dei personaggi coinvolti, tra cui spiccano anche parecchi nomi di politici, oltre all'ex governatore di Bankitalia.

Emergono comunque alcune evidenze.

•  Il ruolo di bankitalia nella vicenda ha mostrato l'urgenza di una vera riforma dell'istituzione di vigilanza, che non è stata in grado di vedere enormi irregolarità gestionali. Deve inoltre essere una vera collegialità nelle decisioni autorizzative che hanno impatto esterno, ponendo fine all'anacronistico ruolo monocratico del governatore, che fa e disfa anche contro le valutazioni dei suoi ispettori.

•  La vicenda ha dato un ulteriore colpo alla credibilità internazionale del nostro paese, che ora sarà difficile recuperare. Come se non bastasse la finanza creativa di Tremonti, che anche quest'anno ha abbondato in una tantum e provvedimenti tampone riuscendo ad ottenere il progressivo azzeramento dell'avanzo primario ed il ritorno alla crescita del rapporto debito/PIL. Non a caso Standard & Poor's ha annunciato proprio nei giorni scorsi che è in corso la revisione al ribasso del rating sul debito italiano.

•  La Borsa italiana ha reagito questa volta in modo opposto rispeto quanto fece all'epoca del caso Parmalat. Invece di flettere e recepire la disaffezione degli stranieri verso un paese che assomiglia sempre più ad una "banana republic", il mercato azionario ha vissuto questi giorni con una galoppata euforica di tutto il settore bancario, che, a causa del forte peso all'interno degli indici, ha trascinato al rialzo l'intero listino, ipotizzando che la dipartita del principale oppositore alla modernizzazione del settore bancario, che solo l'ingresso delle più efficienti banche straniere ed un aumento della concorrenza avrebbe consentito, sbloccherà la situazione e consentirà la ripartenza del "risiko".

•  Ironia della sorte, o per meglio dire, cinismo delle borse, sono proprio le banche meno efficienti ad essere state maggiormente premiate dai rialzi, perché sono viste come possibili prede. Unicredito, l'unica banca italiana che è riuscita a crescere con acquisizioni estere, ha realizzato il suo migliore exploit prima delle dimissioni di Fazio, quando il resto del settore dormicchiava. Negli ultimi giorni sembra che i cercatori di temi speculativi la stiano abbandonando per tentare l'avventura su istituti assai peggio gestiti. Misteri della borsa.

Concludo queste note pre-natalizie lasciando spazio agli auguri, che rivolgo a tutti i sempre più numerosi lettori che mi seguono su Borsaprof.it e sugli altri siti che pubblicano i miei commenti, di un sereno Natale e di un nuovo anno foriero di soddisfazioni, non solo in campo finanziario.

FOCUS MACROECONOMICO

La settimana scorsa ha portato alcune conferme macroeconomiche allo scenario ottimistico che da qualche settimana i mercati stanno accreditando.

Due le notizie principali. Innanzitutto lo scontatissimo rialzo dei tassi da parte della Fed, che però è stato osservato soprattutto nelle modifiche che il FOMC ha attuato nel comunicato ufficiale. Qui si afferma che l'espansione appare"solida" ma che sussistono possibilità di aumento delle pressioni inflazionistiche se dovessero ricorrere incrementi dell'utilizzo delle risorse e prezzi energetici elevati. E' stato eliminato il riferimento al carattere "accomodante" della politica monetaria, lasciando maggior libertà d'azione al successore di Greenspan, ma si sostiene che una ulteriore misurata restrizione sarà probabilmente necessaria per mantenere in equilibrio crescita economica e stabilità dei prezzi.

Difficile quindi che si assista a una prolungata sosta nel rialzo dei tassi se i prezzi del petrolio non scenderanno in modo significativo.

L'altro dato che ha tranquillizzato il mercato è stato la discesa dell'indice dei prezzi al consumo negli Usa. L'inflazione espressa dall'indice globale ha subito un calo mensile di 0,6%, superiore alle attese di calo più contenuto. Il dato è positivo e conferma un certo ritracciamento nella crescita dell'inflazione, che in autunno aveva subito un impulso davvero enorme preoccupando ad ottobre i mercati. E' vero però che l'indice core, cioè al netto dei prezzi di di alimentari ed energia non è sceso, ma aumentato, anche se in misura modesta e conferma che l'inflazione strutturale tende ad adeguarsi con un po' di ritardo a quella complessiva.

La combinazione di queste notizie ha comunque fornito ai mercati indicazioni sostanzialmente rassicuranti, a sostegno del clima ormai pre-natalizio che contribuisce alla stabilità.

I mercati obbligazionari hanno così potuto proseguire nel loro rimbalzo che dura da qualche settimana, mentre le Borse azionarie hanno sostanzialmente consolidato le posizioni al di sopra dei massimi estivi, che ora forniscono un buon sostegno. L'oro ha ripiegato verso quota 500 dollari dopo aver raggiunto ad inizio settimana addirittura i 544 dollari l'oncia.

Il cambio euro-dollaro sembra mostrare segni di risveglio per l'euro, che sta tendando l'allungo al di sopra di quota 1,20, favorito dall'ennesimo record negativo del saldo commerciale USA.

L'ipotesi di una nuova fase rialzista per l'euro non va presa sotto gamba, dal momento che gli squilibri a carico del dollaro non mostrano di voler rallentare, mentre il sostegno valutario rappresentato dai flussi di rimpatrio di capitali americani per approfittare dello Scudo Fiscale di Bush si esurirà con la fine dell'anno, quando scadranno le agevolazioni.

Le ultime settimane dell'anno sono abbastanza dense di dati. Tra quelli provenienti dagli USA segnalo per importanza l'indice dei prezzi alla produzione (martedì 20), il superindice (giovedì 22), gli ordini di beni durevoli (venerdì 23), gli indici di fiducia dell'Università del Michigan e del Conference Board (rispettivamente venerdì 23 e martedì 27), il PMI di Chicago (venerdì 29).

Pierluigi Gerbino

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