I mercati proseguono le tendenze in atto da alcune settimane senza amnifestare per ora alcuna intenzione di tornare sui propri passi.
In Europa i principali indici (quelli francese, tedesco ed italiano) sono tornati proprio in questi giorni sui valori da cui a maggio era partita la significativa correzione primaverile. La negatività di quei giorni è stata annullata dalla regolare risalita dei listini, che da luglio stanno attuando un movimento di recupero senza tentennamenti.
Anche dagli Usa vengono notizie positive per il mercato azionario, il cui principale indice (SP500) ha ampiamente superato i massimi di quest’anno e può sfruttare la spinta del prezzo del petrolio nuovamente inferiore ai 60 dollari per cullare la speranza che i profitti aziendali possano salire ancora ad un ritmo paragonabile a quello dei trimestri passati.
Sono infatti 12 trimestri che i profitti delle aziende USA comprese nel paniere SP500 crescono a tassi superiori al 10% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Se anche nel terzo trimestre avessimo un tasso a due cifre, come prevede il consenso degli analisti, orientato verso una crescita di oltre il 13%, si potrebbe affermare che i segnali di rallentamento dell’economia americana vengono dribblati per ora abbastanza bene dai bilanci aziendali, giustificando così l’ottimismo degli operatori che continuano a comprare a prezzi crescenti.
La stagione delle trimestrali autunnali, che prende avvio questa settimana e che, con i brutti dati di Alcoa, non ha avuto un inizio esaltante, è chiamata a confermare o mortificare gli scenari che fin qui riscuotono maggior successo.
Credo che saranno proprio le trimestrali a fornire quell’input in grado di imprimere la direzione dei mercati.
Prepariamoci pertanto a vedere repentini cambi di direzione dei mercati impressi da comunicati aziendali magari diffusi a mercati chiusi.
Il trend comunque è rialzista e non basterà qualche profit warning o qualche delusione societaria a modificarlo.
Certo, se dovessimo vedere un’alta percentuale di comunicati deludenti e un tasso complessivo di crescita ben sotto il 10% qualche certezza verrebbe incrinata e forse vedremmo una correzione degna di tal nome.
Ma per ora il toro è più in salute che mai.
MONDO IMMOBILIARE
Borsaprof.it si allarga e da oggi cerca di “coprire” anche la vasta tematica del mercato immobiliare.
Lo facciamo ricorrendo alla collaborazione di esperti del campo. Firmerà gli articoli sul mondo degli immobili l’amico Bepy La Monica, coordinatore del marchio Andromeda, che si occupa di architettura e comunicazione e riunisce professionisti che operano in edilizia. L’articolo odierno è introduttivo e viene preceduto da una breve auto-presentazione.
“Prima di iniziare ci siamo posti il problema di come i nostri articoli e le nostre considerazioni sul mondo dell’edilizia sarebbero stati accettati all’interno della lettera finanziaria di Borsaprof.it; e la risposta che ci siamo dati è la seguente: noi di Andromeda siamo un piccolo gruppo di professionisti indipendenti, non abbiamo rapporti se non professionali e di lavoro con gli operatori (ed i proprietari!) del settore, le nostre convinzioni sono solo il frutto delle nostre esperienze lavorative, e le notizie che forniremo sono il risultato di ricerche sul campo effettuate in piena autonomia e correttezza. Ci sono quindi motivi di affinità e di metodologia con borsaprof.it e con i suoi lettori.
Ovviamente in materia ci sono opinioni differenti, talvolta contrastanti; ci scusiamo fin da ora se qualcuno non si troverà d’accordo con le nostre idee. La cadenza con cui pubblicheremo i nostri articoli non sarà fissa, ma chi vorrà scriverci per consigli, chiarimenti, suggerimenti, sarà il benvenuto. Non assicuriamo risposta scritta a tutti, però cercheremo di tenere tutti in buona considerazione.”
Mentre per “Beni Mobiliari” si intende tutto ciò che si “muove” facilmente (cioè azioni, titoli, opzioni, fondi comuni di investimento, certificati di credito, effetti, depositi, buoni fruttiferi, etc.), col termine di “Beni Immobiliari” di regola ci si riferisce a tutto ciò che è “immobile”, cioè che non si muove da solo: terreni, palazzi, ville, fabbricati, ma anche industrie, opifici, scuole, edifici pubblici, ospedali, caserme, università, centrali, cave e miniere, etc.
Nei nostri articoli all’interno della news-letter Classic ci occuperemo principalmente di edilizia residenziale, sia privata che pubblica, e cercheremo di metterne in evidenza sia modalità di valutazione, acquisto ed uso, sia alcune caratteristiche del costruito e dell’abitare, ma anche considerazioni più generali come ad esempio i moderni fenomeni dei flussi abitativi, le nuove tecnologie energetiche, i pesi fiscali sulle case, i fondi di investimento immobiliare, le società immobiliari e quant’altro.
Credo che quello che più interessa oggi sono proprio le case, quelle che abitiamo ogni giorno o che abbiamo acquistato per reddito. In Italia la prima casa, che viene considerata come bene necessario, è posseduta dal 72% degli italiani (Istat), di cui il 13% paga un mutuo; ma essa ha raggiunto prezzi esorbitanti, specie per giovani coppie di città con lavori precari. Dopo 8 anni di crescita a due cifre, nel 2005 il prezzo di una casa è ancora aumentato dell’8,4% rispetto all’anno precedente, nel 2006 di un ulteriore 6,8%.
Nel 2009, secondo una studio di Nomisma, arriverà (forse!) una stasi dei prezzi. La casa per molti anni è stata il bene rifugio principe per gli italiani, soprattutto per i tanti che l’hanno acquistata in provincia (o magari l’hanno costruita abusivamente) a causa dei prezzi alti nelle città, in cui vivevano pagando un canone di affitto.
Ma in quanti abitiamo le città del mondo? Come è distribuita la popolazione mondiale sulla Terra? Un secolo fa solo il 10% degli abitanti del pianeta viveva in città, oggi sono più del 50%; secondo le Nazioni Unite potrebbe viverci il 75% nel 2050, in megalopoli di svariati milioni di abitanti e in regioni di intensa urbanizzazione. Un esempio potrebbe essere Ge-Mi-To (Genova, Milano, Torino) un altro Ve-Ma (Verona e Mantova). Suggerisco anche la fascia costiera tirrenica dal nord di Napoli fino a Castellammare di Stabia, dal mare fino al più profondo entroterra.
La Fondazione La Biennale di Venezia dedica la X Mostra Internazionale di Architettura all’analisi delle Città, dell’urbanizzazione globale, dell’architettura che ne può determinare la governance, le trasformazioni, i profondi cambiamenti così come le modalità della convivenza civile. Per la prima volta la Mostra di Venezia concentra l’attenzione sulle problematiche concrete della società contemporanea, approfondendo i modelli di interazione tra città, architettura e abitanti. E’ aperta fino al 19 Novembre. Da non perdere se siete del mestiere, ma anche (o soprattutto?) per neofiti.
Bepy La Monica md9136@mclink.it
FOCUS MACROECONOMICO
Ancora dati economici in chiaroscuro la scorsa settimana, con le rilevazioni ISM al di sotto delle attese e convergenti verso quel valore di 50 che distingue la crescita moderata dalla recessione.
Ancora, sempre dagli Usa, il dato sul mercato del lavoro ben al di sotto delle aspettative lascia pensare che il rallentamento sia ormai ben avviato e che sia probabile un ulteriore peggioramento della congiuntura nei prossimi trimestri, anche tenuto conto che dal settore edile non vengono per ora grosse emorragie occupazionali, benchè la crisi di questo settore sia già piuttosto conclamata.
Parecchi segnali, oltre alla moderazione dei prezzi del petrolio, portano invece a ritenere probabile un’attenuazione delle pressioni inflazionistiche.
Intanto i due responsabili delle principali banche centrali, quella americana e quella europea, stanno tenendo nelle loro dichiarazioni ufficiali, un comportamento sostanzialmente divergente.
Mentre Bernanke continua a ritenere probabile un moderato rallentamento dell’economia americana nell’ambito di un andamento dell’inflazione futura abbastanza rassicurante, Trichet nella conferenza stampa di giovedì scorso, a seguito dell’aumento del tasso ufficiale europeo al 3,25%, ha posto l’accento sulla robustezza della crescita economica della zona euro, forse anche al di sopra del tasso previsto attualmente (2,1%), mentre ha liquidato il calo delle pressioni inflazionistiche al di sotto del 2% come un evento transitorio nell’ambito di un andamento che rimarrà elevato.
Pertanto, mentre è ipotizzabile una stasi americana dei tassi ai livelli attuali e magari addirittura un piccolo ritocco verso il basso tra qualche mese, in Europa il tasso ufficiale sembra destinato a crescere ancora, con almeno un ritocco verso l’alto entro fine anno.
Il differenziale tra i tassi dell’euro-dollaro dovrebbe quindi restringersi ancora, favorendo i flussi verso l’euro.
La settimana in corso presenta pochi dati macro di rilievo, tutti concentrati negli ultimi giorni.
Solo la Bilancia Commerciale e le vendite al dettaglio USA sono in grado di influenzare i mercati se saranno diversi dalle attese.
Comincia intanto in settimana la pubblicazione dei dati societari del 3° trimestre.
Pierluigi Gerbino
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