La tendenza riscontrata nello studio della volatilità sembra essere quello di stimare modelli con e senza componente asimmetrica e confrontarne le stime: utilizzando i rendimenti dello S&P500 si cerca di spiegare la volatilità espressa da questo indice (e quindi dal mercato americano) con i valori del VIX ritardati, quindi capire se le informazioni ricavate dal valore di chiusura del VIX di ieri è utile a spiegare la variabilità sul mercato di oggi e di conseguenza quella di domani.
Utilizzando modelli della categoria ARCH (AutoRegressive Conditional Heteroskedasticity), si cerca di individuare la migliore stima per la varianza dei rendimenti. Quindi, individuato il modello migliore, verificare se inserendo la serie del VIX, essa aggiunge dell’informazione utile per comprendere la volatilità. Infine se il modello giudicato migliore è robusto, lo si utilizza per fare previsione in modo da verificare ulteriormente se esprime una buona approssimazione della volatilità dell’indice S&P500 nel futuro, quindi se si ottengono buone previsioni, il modello può essere utile per futuri investimenti.
Successivo: 3.4 Modello per la Media Condizionata
Sommario: Index