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Indice VIX, Volatilità, Modelli e Analisi Empirica

Le Previsioni

Dimostrato che il modello stimato è robusto e attendibile, si considerano le previsioni: un modello buono può essere utilizzarlo per prevedere i movimenti futuri di mercato. La previsione dei rendimenti degli strumenti finanziari è di grande interesse per gli operatori, perché è alla base della strategie di investimento.

Il problema di previsione dei rendimenti azionari è da sempre al centro della letteratura finanziaria empirica; si veda ad esempio Granger (1992) e riferimenti ivi contenuti. Tale letteratura considera frequentemente dati giornalieri e si concentra sulla previsione del rendimento alla chiusura della giornata borsistica, senza indagare i possibili riflessi sulle strategie di investimento, si veda Bollerslev et al. (1992).

Il collegamento fra gli aspetti previsivi e di strategia operativa ha invece implicazioni rilevanti sulla definizione delle grandezze che occorre prevedere e di conseguenza sul tipo di impostazione del problema della previsione. Ad esempio, nella predisposizione di schemi operativi ad alta frequenza, più che l’anticipazione dei rendimenti alla chiusura risulta di particolare rilevanza la stima dei rendimenti attesi massimi e minimi giornalieri. La necessità di prevedere congiuntamente i rendimenti massimo e minimo colloca, di conseguenza, il problema di previsione ad alta frequenza in ambito multivariato. Oltre al valore atteso, un’importante caratteristica di ciascun rendimento azionario è il rischio, valutato condizionatamente all’informazione disponibile in ogni periodo. Nella letteratura finanziaria dei  modelli CAPM, il rischio di un investimento è riassunto nella cosiddetta «volatilità», identificata con la varianza condizionata del rendimento, si veda ad esempio Campbell et al. (1997). Volatilità e rendimento atteso, ossia i primi due momenti condizionati, costituiscono pertanto le caratteristiche di interesse di ciascuno dei rendimenti considerati.

Nel presente lavoro si considerano tutti gli aspetti menzionati e si affronta il tema della previsione ad alta frequenza guardando sia ai problemi di previsione dei rendimenti e della volatitilà di un titolo azionario, sia ai problemi di implementazione di strategie di investimento basate sulle previsioni ottenute. Come messo in evidenza da Granger (1992), la prevedibilità dei rendimenti azionari non implica necessariamente la possibilità di trarre profitto da strategie di arbitraggio basate sulle previsioni, e quindi l’inefficienza di mercato, anche se occasionalmente una particolare strategia operativa basata su buone previsioni può fornire risultati soddisfacenti (Guizzardi, Paruolo, 2000). In campo economico la previsione influenza sicuramente il comportamento degli operatori: l’utilità per il “decison-maker” è il primo metro di giudizio di una previsione, ed è una delle ragioni che aiutano a comprendere perché le metodologie e gli strumenti di previsione, continuino ad essere oggetto di studio ed interesse per gli operatori (nonostante a volte riscontrino esiti negativi).

Per valutare le previsioni si è portati a considerare come punto di partenza il confronto con la realtà. Valutare in tempo utile quanto una previsione si avvicina alla realtà è impossibile per definizione.

Se non è possibile valutare una previsione, è invece possibile valutare il processo di previsione, ovvero il previsore, in quanto si possono utilizzare tecniche di simulazione per valutare le sue performance del previsore rispetto alla realtà.

Mirko Cavallaro

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